Giorgio di Centa, portabandiera dell'Italia a Vancouver 2010 

Da Nagano 1998 a Sochi 2014, Giorgio Di Centa ha partecipato a cinque edizioni Olimpiche consecutive. Insieme alla sorella maggiore, la leggendaria Manuela, fanno - in due - quasi un terzo (10 medaglie) dell'intero palmarès Olimpico dello sci nordico italiano (35). E potrebbe non essere ancora finita per la famiglia italiana regina del fondo...

5 minDi Gisella Fava
Giorgio Di Centa, portabandiera dell'Italia a Vancouver 2010.
(2010 Getty Images)

Che la stoffa del campione sia spesso una questione di famiglia è un fatto conclamato, tanto nelle discipline invernali come in quelle estive, e la famiglia Di Centa è uno degli esempi più talentuosi dello sport italiano. Tuttavia, se i fratelli Manuela e Giorgio sono stati tra i protagonisti della scena Olimpica del fondo, tra gli anni '90 e i 2000, Paluzza, la piccola comunità di orgine della famiglia - nell'udinese - ha fatto da sfondo cruciale a questo caso, dando i natali anche al pluricampione italiano Venanzio Ortis, atleta mezzofondista con una partecipazione ai Giochi di Montréal del 1976 (nei 5.000 m piani), e cugino dei fratelli "nordici".

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(2006 Getty Images)

Quando la sorella Manuela saccheggiava tutti i podi del fondo a Lillehammer 1994, Giorgio aveva 22 anni, fresco di esordio in Coppa del mondo in quella stessa stagione (dicembre 1993). Anche lui, come la sorella, si era messo gli sci stretti ai piedi sin da piccolissimo, a circa 6 anni, complice una forma severa di asma che, ai tempi, si cercava di combattere più con abitutidini salutari che con una terapia farmacologica. E lo sport era una di queste.

(2010 Getty Images)

Gli esordi nel massimo circuito internazionale

Cresciuto agonisticamente in un'associazione sportiva di Paluzza, nel 1990 passa al gruppo dell'Arma dei Carabinieri. Se il debutto nel massimo circuito sarà in Italia, a Santa Caterina di Valfurva, nel 1993, Di Centa salirà per la prima volta sul podio in terra giapponese, ad Hakuba, nel 1997, grazie al secondo posto nell'inseguimento (25 km); a fine carriera saranno ben 28 i podi nel circuito maggiore. La prima vittoria nello stesso risale invece al 2002, a Lathi, nella sprint a squadre TL: in totale saranno 6 le vittorie del friulano, 5 a squadre e una individuale - l'ultima - nella 15 km TL di Canmore, in Canada, qualche giorno prima della Cerimonia di Apertura di Vancouver 2010.

La prima medaglia a Salt Lake 2002 e l'epica maratona di Torino 2006

L'esordio Olimpico di Giorgio di Centa avverrà ai Giochi di Nagano 1998, con un buon 8º posto in una delle sue distanze preferite (quelle lunghe): la 30 km TC. Il primo podio Olimpico arriverà nell'edizione successiva, a Salt Lake 2002, con la staffetta maschile: un secondo posto lottato fino all'ultimo insieme ai compagni Pietro Piller Cottrer, Cristian Zorzi, Fabio Maj. La 4x10km godeva in quegli anni di una speciale spettacolarità, molto sentita dal pubblico italiano, dato che era diventata praticamente un affare a due tra Norvegia e Italia, decidendosi oltretutto in volata e per centesimi di secondo.

(2006 Getty Images)

Torino 2006 sarà invece il capolavoro sportivo di Giorgio Di Centa. Il fondista azzurro in quella edizione prenderà parte a 4 eventi e la sua prestazione sarà un crescendo di emozioni: esordirà sulle nevi di Pragelato con l'inseguimento 15+15 km, che concluderà appena fuori dal podio, alle spalle del compagno di squadra Piller Cottrer, che si classificherà terzo. Un paio di giorni dopo, la sprint a squadre per l'Italia terminerà con un nono posto, ma la grande svolta arriva il 19 febbraio 2006, quando con Fulvio Valbusa, Pietro Piller Cottrer e Cristian Zorzi manderanno in delirio il pubblico di casa facendo il vuoto intorno e andando a vincere la 4x10km maschile, con il crono di 1h43:45.7 e rifilando quasi 16 secondi a tedeschi e svedesi.

Ma se quell'oro Olimpico è ricchissimo di significati per il fondo azzurro (rappresentando l'apice e la fine di un'era, per l'Italia, negli eventi a squadre), i Giochi torinesi per Di Centa finiscono come farebbe una favola, con la conquista del gradino più alto del podio nella gara di chiusura per eccellenza, la maratona delle nevi. Quei 50 km TL gli regaleranno la gioia sportiva individuale più grande e culmineranno in una delle premiazioni più speciali della storia Olimpica: sarà infatti la sorella Manuela, all'epoca vicepresidentessa del CONI e membro del CIO, a incoronarlo re del fondo, con lo stadio Olimpico in visibilio.

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Vancouver 2010 e il ritiro dopo Sochi 2014

L'impresa del 2006 del carabiniere fruliano farà da ponte con l'edizione Olimpica successiva: l'eroe che aveva chiuso il sipario dei Giochi di Torino viene così nominato alfiere per la Cerimonia di Apertura di Vancouver 2010.

Giorgio Di Centa parteciperà a 4 eventi dell'Olimpiade canadese, rientrando sempre nellle migliori 12 posizioni, mentre Sochi 2014 saranno gli ultimi Giochi del fondista azzurro, che chiuderà con un 11º posto nello skiathlon e un 5º posto nella 4x10km. Tre anni più tardi, Sochi sarà l'ultima tappa della sua carriera agonistica: nel 2017 infatti si ritirerà, all'età di 45 anni.

Curiosità su Giorgio di Centa

  • Olimpionico nonostante un'asma severa: Di Centa cominciò a sei anni con gli sci, anche per cercare trovare rimedio all'asma attraverso lo sport.
  • Proprio perchè sensibile alla causa, Giorgio DI Centa ha prestato il volto, anche quando era ancora in attività, all'ALPI, l'associazione di allergo-pneumologia pediatrica, per sensibilizzare i bambini asmatici alla pratica sportiva.
  • La figlia Martina, aveva sei anni ed era tra il pubblico quando il padre arrivava in volata nella maratona di Torino. Oggi ventunenne, è l'unica dei suoi quattro fratelli a seguire le orme del padre e della zia, e ha esordito lo scorso gennaio al Tour de Ski...quando il fondo è una deformazione di famiglia!

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