Questione di famiglia: quando lo sci alpino è di casa
I fratelli Kostelic, Mahre, Wenzel e Ochoa. Le famiglie Brignone/Quario e Neureuther/Mittermaier. Spesso la passione per lo sci viene tramandata tra le mura di casa. Olympics.com ripercorre le storie delle famiglie che hanno scritto la storia del Circo Bianco.
Non è facile tenere il conto delle medaglie Olimpiche e Mondiali conquistate dagli atleti che hanno coltivato la passione per lo sci alpino grazie a un genitore, a un fratello o a una sorella. Costruire i campioni in casa? A volte si può.
Maria Rosa "Ninna" Quario e Federica Brignone: la famiglia dello sci azzurro
Era il 1980 quando a Lake Placid (USA) si disputava l'edizione numero 13 dei Giochi Olimpici Invernali. Maria Rosa Quario, per tutti Ninna, concluse lo slalom femminile al quarto posto, a soli 3 centesimi dal podio. Una beffa che avrebbe provato a riscattare 4 anni più tardi, ai Giochi di Sarajevo, ma senza riuscirci. Erano le Olimpiadi di Paoletta Magoni, prima donna italiana a vincere un oro nello sci alpino.
Sei anni dopo, Ninna darà alla luce Federica Brignone, che ben presto seguirà le orme della madre. La medaglia di famiglia arriverà alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018, quando l'atleta valdostana si appenderà al collo il bronzo nello slalom gigante. Un podio che la 31enne proverà a bissare in occasione degli ormai imminenti Giochi di Beijing 2022.
I fratelli Kostelic: 10 medaglie in 2 ai Giochi
Sono in tutto 11 le medaglie Olimpiche conquistate dalla Croazia ai Giochi Olimpici Invernali nella sua giovane storia. Di queste, 10 sono arrivate nello sci alpino grazie ai fratelli Janica e Ivica Kostelic.
Janica, classe 1982, ebbe la sua consacrazione durante le Olimpiadi di Salt Lake City 2002, durante le quali portò a casa 3 ori (slalom speciale, slalom gigante e combinata) e un argento in super-g. Quattro anni più tardi, a Torino 2006, avrebbe poi arricchito il suo già notevole palmarès con un oro in combinata e un nuovo argento in super-g. I numeri parlano chiaro: Janica Kostelic è la donna più vincente nella storia dello sci alpino a cinque cerchi.
Furono invece 4 i podi conquistati dal fratello Ivica, di 3 anni più grande di lei. Per lui arrivarono 4 argenti in 3 edizioni diverse dei Giochi. Il primo in ordine di tempo arrivò a Torino nella combinata, mentre a Vancouver 2010 centrò un doppio secondo posto in supercombinata e slalom speciale. La sua carriera Olimpica si sarebbe poi chiusa a Soci 2014 con un nuovo argento in supercombinata.
Neureuther e Mittermaier: quando lo sci parla tedesco
Tutto iniziò ai Giochi Olimpici di Grenoble 1968, quando Rosi Mittermaier partecipò alla sua prima edizione a cinque cerchi. Fu l'inizio di una carriera che la portò a conquistare le sue tre medaglie Olimpiche 8 anni più tardi, a Innsbruck 1976. Manifestazione in occasione della quale vinse due ori in discesa libera e slalom speciale, oltre che un argento in gigante. Suo marito, Christian Neureuther, non riuscì invece mai a salire sul podio Olimpico, pur collezionando 6 successi in carriera in Coppa del Mondo.
Dalla loro unione nacque nel 1984 Felix Neureuther, che partecipò a 3 Olimpiadi tra il 2006 e il 2014. Un brutto infortunio al ginocchio lo avrebbe poi costretto a dare forfait in vista di PyeongChang 2018. In carriera ha collezionato 5 medaglie ai Mondiali, ma senza mai riuscire a salire sul podio ai Giochi.
Phil e Steve Mahre: i gemelli dello sci a stelle e strisce
Steve e Phil Mahre nacquero il 10 maggio 1957 nello stato di Washington. Chissà se allora qualcuno si sarebbe mai immaginato che questi due gemelli sarebbero diventati dei grandi atleti Olimpici di sci alpino alcuni anni più tardi. La loro storia legata ai Giochi di Sarajevo 1984 è una delle belle di tutto il circo bianco. Nello slalom speciale, Phil si prese l'oro mentre Steve l'argento. I due si ritirarono poi insieme al termine di quella stagione. Quattro anni prima, nella stessa specialità, Phil mise in bacheca l'argento.
Altra passione condivisa tra i due era quella per l'automobilismo, a cui si dedicarono dopo la fine della loro carriera sulla neve.
Hanni e Andreas Wenzel: dal piccolo Liechtenstein alla scalata dell'Olimpo
Le emozioni che suscitano le Olimpiadi sono spesso irripetibili. Lo sono ancora di più quando le micro nazioni riescono a raggiungere traguardi forse insperati per la loro storia. È il caso del Liechtenstein, piccolo Stato situato sulle Alpi tra Svizzera e Austria con meno di 40.000 abitanti. Qui nacquero i fratelli Hanni e Andreas Henzel, capaci di appendere al collo 6 medaglie Olimpiche in due tra il 1976 e il 1984.
Hanni, classe 1956, fece saltare il banco a Lake Placid 1980, edizione dalla quale tornò a casa con un doppio oro in slalom e in gigante oltre che con un argento nella discesa libera. Andreas, nato due anni più tardi, non riuscì mai ad arrivare all'oro ma dopo aver centrato un titolo mondiale nel 1978 si appese al collo un argento in gigante ai Giochi del 1980 e un bronzo nella stessa specialità 4 anni più tardi a Sarajevo.
Nel 1980, i due furono protagonisti di un evento unico nella storia del circo bianco. Entrambi portarono infatti a casa nello stesso anno la Coppa del Mondo generale di sci alpino in campo maschile e femminile.
I fratelli Ochoa: dai successi a un destino tragico
Sono solamente 4 le medaglie vinte dalla Spagna ai Giochi Olimpici Invernali. La metà portano la firma dei fratelli Francisco e Blanca Fernandez Ochoa. Anche gli altri 3 fratelli Luìs, Dolores e Juan Manuel praticavano sci alpino.
Francisco entrò di diritto nella storia del suo Paese, di cui fu portabandiera in 4 occasioni, ai Giochi di Sapporo 1972. In quella edizione, lo sciatore iberico vinse il primo e unico oro Olimpico invernale della propria nazionale nello slalom speciale. Vent'anni dopo, sua sorella Blanca, di 13 anni più giovane, si prese il bronzo ad Albertville 1992 nella stessa disciplina.
Una vita, quella dei due sciatori spagnoli, accomunata anche da un tragico destino. Francisco morì nel 2006, a 56 anni, a causa di un tumore. Blanca morì 13 anni più tardi alla stessa età, dopo che il suo corpo fu ritrovato diversi giorni dopo la sua scomparsa avvenuta in un'area escursionistica della comunità autonoma di Madrid.