Sport Olimpici: tutto sul bob con Christoph Langen

Fino all'inizio di Beijing 2022, Olympics.com svelerà i segreti di ciascuna delle 15 discipline dei Giochi Invernali attraverso interviste esclusive con le leggende che le hanno rese immortali. Dopo aver scoperto curling, slittino, biathlon, pattinaggio di figura e salto con gli sci, è la volta del bob, raccontato in esclusiva dal due volte campione Olimpico Christoph Langen.

11 minDi Virgílio Franceschi Neto
Christoph Langen and Markus Zimmermann, from Germany, gold medalists in bobsleigh at Salt Lake City 2002 Winter Olympic Games.
(Bongarts)

"Meglio tardi che mai".

È un detto che è appropriato per Christoph Langen che, all'età di 24 anni, ha scoperto il bob per la prima volta. Ma nonostante la sua introduzione tardiva allo sport, il tedesco ha avuto ugualmente una carriera leggendaria, coronata da quattro medaglie Olimpiche, tra cui due ori.

La carriera sportiva di Langen è iniziata con il decathlon, ma ha sempre cercato qualcosa che potesse soddisfare il suo bisogno di velocità.

Poi ha scoperto il bob.

"Ho sempre amato la velocità, fin da bambino. Sulla pista di Königssee ho capito che era esattamente questo che volevo: velocità, adrenalina... tutto ciò che avevo sempre cercato fin da quando ero piccolo. E il bob me l'ha dato dalla prima corsa, quando avevo 24 anni."

-Christoph Langen

Non ci volle molto perché Langen eccellesse in questo sport, e fu selezionato come frenatore per due equipaggi tedeschi (bob a due e a quattro) ai Giochi Olimpici Invernali del 1988. Quattro anni dopo, era di nuovo sulla scena Olimpica, questa volta come pilota. Il cambio diede i suoi frutti: Langen ha vinto il bronzo nel bob a due ad Albertville '92, prima di prendere altre due medaglie a Nagano 1998 (oro nel bob a quattro; bronzo nel bob a due ) e un ultimo oro nel bob a quattro ai Giochi del 2002 a Salt Lake City.

Oltre al suo scintillante curriculum Olimpico, Langen è anche sette volte Campione Europeo e otto volte Campione del Mondo FIBT. Dopo il ritiro dalla carriera professionale, ha lavorato brevemente come commentatore televisivo di bob in Germania prima di diventare allenatore, ruolo in cui ha anche avuto un grande successo, vincendo otto titoli mondiali.

Il 59enne è attualmente a capo del dipartimento per i materiali, l'innovazione e la tecnologia della Federazione Internazionale di Bob e Skeleton (IBSF), ma passa anche parte del suo tempo ad allenare i giovani talenti emergenti del bob.

Langen si è seduto con Olympics.com per discutere della sua passione per il bob e ricordare la sua leggendaria carriera in questo sport.

Quella che segue è una trascrizione dell'intervista, leggermente modificata per chiarezza e sintesi.

(Bongarts)

Olympics.com (OC): come hai scoperto il bob e cosa ti ha fatto innamorare al punto di diventare un atleta professionista?

Christoph Langen (CL): ho scoperto il bob grazie all'atletica leggera. Ho sempre amato la velocità, da bambino ero un "drogato di velocità", e dopo la prima corsa sulla pista di Königssee sapevo esattamente che era proprio ciò che volevo da sempre: la velocità, l'adrenalina. E ho avuto questa sensazione fin dalla mia prima discesa, quando avevo 24 anni.

OC: pratichi ancora il bob dopo esserti ritirato dalle competizioni professionali? Com'è il tuo programma giornaliero ora?

CL: sono sempre impegnato col bob, perché dopo il ritiro ho fatto il salto dalle gare all'allenamento degli atleti. Ora cerco di aiutare i giovani a innamorarsi di questo sport, proprio come ho fatto io, cercando di renderli consapevoli degli errori che ho fatto da atleta. Ora ho una carriera da allenatore all'IBSF che mi permette di approfondire ulteriormente la mia conoscenza dello sport. Quando ero in attività il mio obiettivo era avere successo, mentre ora è quello di trasferire le mie conoscenze ai giovani e anche dare un feedback alla federazione.

(Bongarts)

OC: c'è qualche atleta in particolare che ti ha ispirato, che consideri una leggenda del tuo sport?

CL: c'erano così tanti eccellenti bobbisti quando ho cominciato io... come Gustav Weder, dalla Svizzera, Wolfgang Hoppe e Harald Czudaj, dalla Germania, o Brian Schimer, dagli Stati Uniti d'America. E naturalmente ci sono molti big del passato nella storia di questo sport, come l'italiano Eugenio Monti.

Tuttavia, quando guardo indietro alla mia carriera, avendo iniziato tardi non ho avuto abbastanza tempo per pensare alle leggende. Tutto quello che dovevo fare era migliorare le mie capacità fisiche e le abilità fondamentali per questo sport. L'unico obiettivo era solo di essere più veloce dei miei avversari.

OC: se dovessi spiegare a qualcuno il bob in poche parole, cosa diresti?

CL: è abbastanza difficile spiegare in poche parole qualcosa a cui hai dedicato tutta la tua vita; ma direi che ci sono diversi punti chiave nel bob.

Il primo è lo spirito di squadra, non solo tra gli atleti sullo stesso bob, ma tra tutte le squadre di tutto il mondo. Direi anche che la velocità pura di questo sport ti toglie il fiato: il bob ti porta a superare i tuoi limiti fisici. Infine, ha una componente di pericolo, dato che ci muoviamo a velocità così elevate, ma questo ti fa sentire l'adrenalina della sfida. Direi che queste cose spiegano il mio amore per questo sport.

Il bob in un minuto

  • Le basi: il bob è noto come "Formula 1 sul ghiaccio"; uno sport di squadra in cui i concorrenti corrono su una pista di ghiaccio con slitte a due e quattro atleti (una novità per Pechino sarà l'evento monobob femminile). Le origini di questo sport risalgono alla Svizzera del 1860, quando le squadre iniziarono a fare discese a tempo su circuiti di ghiaccio tortuosi e ripidi. Le prime competizioni nacquero alla fine del XIX° secolo. I bob hanno una lunghezza compresa tra i 2,7m (doppio) e i 3,8m (quartetto), mentre il peso degli atleti e delle slitte non può superare i 340kg per le due donne, 390kg per i due uomini e 630kg per le discipline a quattro. Le lame dei pattini sono in acciaio e il loro assetto dipende dal tipo di percorso e dalla temperatura della pista. Gli atleti devono indossare caschi e le loro scarpe hanno 500 piccoli aghi nella suola, che forniscono la presa necessaria sul ghiaccio per la trazione quando gli equipaggi spingono il bob. Il percorso della pista oscilla tra 1.200m e 1.500m, e deve avere almeno 15 curve.
  • Storia Olimpica: nel 1924, alle Olimpiadi Invernali di Chamonix, ebbe luogo la prima gara di bob a 4 maschile. Nel 1932, ai Giochi di Lake Placid, fu aggiunto l'evento a 2 maschile in un formato che rimane tuttora. La prima gara di bob femminile - con 2 donne - ha avuto luogo nel 2002.
  • Medaglie Olimpiche (nazioni): la Germania è attualmente in testa alla classifica con 13 medaglie d'oro (senza contare le cinque della Repubblica Democratica Tedesca e una dell'ex Repubblica Federale Tedesca); seguita dalla Svizzera con 10 e dagli Stati Uniti con sette.
  • Medaglie Olimpiche (atleti): i primi tre sono tedeschi. Bodgan Musiol ha vinto sette medaglie (un oro, cinque argenti e un bronzo) tra il 1980 e il 1994; Kevin Kuske ha vinto sei medaglie (quattro ori e due argenti) tra il 2002 e il 2018; anche Wolfgang Hoppe vanta sei medaglie (due ori, tre argenti e un bronzo).

OC: qual è la cosa che più ti piace del bob e quale quella più difficile?

CL: quello che mi piace di più, soprattutto nel bob a 4, è la potenza che viene sprigionata già all'inizio della manche. Quattro atleti devono spostare un'attrezzatura di 210 kg con la massima forza possibile per generare subito la massima velocità, che è fondamentale. Quando stai pilotando senti la forza di gravità mentre la velocità aumenta scendendo lungo la pista. Puoi sentire ogni piccola crepa nel ghiaccio... sei così vicino che senti tutto.

La cosa più impegnativa è che i piloti devono trovare la tecnica di guida giusta per ogni pista. Ogni tracciato è unico, quindi devi guidare in modo diverso e trovare un modo per controllare il bob; questa è probabilmente la più grande sfida.

OC: quali sono stati i tre momenti più belli della tua carriera?

CL: due sono legati ai Giochi Olimpici.

Il primo momento è stato alla fine della mia carriera ai Giochi Olimpici di Salt Lake City. C'erano alcuni bob che erano avanti a noi con un minimo margine, e quando stavamo per fare la nostra manche finale sapevo che i prossimi secondi avrebbero deciso se avremmo vinto l'oro o no. Quando ci penso ora, mi viene ancora la pelle d'oca; è stato come se fosse successo ieri. È stato un momento così intenso della mia carriera perché sapevo che era l'ultima volta.

L'altro momento è stato il Campionato Europeo a St Moritz, Svizzera – St Moritz è l'ultima pista non artificiale di bob – i primi otto avevano una differenza di 0,15 secondi tra loro prima dell'ultima manche e noi eravamo al sesto posto. C'erano state molte cadute e incidenti, e c'era molta pressione. Il mio frenatore è venuto da me e ha chiesto: 'sei sicuro di arrivare al traguardo?' Perché molti bravi avversari sono caduti'. L'ho guardato e gli ho detto: "Siete pazzi, ragazzi? Di cosa stai parlando? Voglio dire, se spingete, se fate il record in partenza vinceremo questa gara, non chiedetemi se arriverò al traguardo. Questa non è una domanda". Allora, i miei frenatori si sono girati e hanno detto "Ok, battiamo il record in partenza". E così è stato, abbiamo battuto il record in partenza e fatto la migliore manche vincendo il campionato europeo. Dal 6° posto al 1°!

L'ultima fu ai Giochi di Albertville 1992. Un anno prima ero ancora un frenatore e avevo vinto il Campionato del mondo (come frenatore), ma ho deciso di passare pilota un anno prima delle Olimpiadi, anche se avevamo ancora bisogno di qualificarci per i Giochi. Nessuno nella squadra tedesca credeva davvero in me, eppure siamo riusciti a qualificarci e a vincere una medaglia.

OC: cosa significa per te aver gareggiato alle Olimpiadi? E qual è stato il miglior momento delle Olimpiadi al di fuori della competizione?

CL: quand'ero un ragazzino ho sempre guardato le Olimpiadi. Per me, il mondo si ferma durante i Giochi, tutti vogliono vedere gli atleti gareggiare. Nessuno parla della guerra o di altre cose terribili che accadono nel mondo. Questo mi ha commosso e mi ha fatto desiderare di farne parte. Non importa la tua origine, chi sei e da dove vieni, si tratta solo di competere in modo pacifico.

Quando mi sono qualificato per i miei primi Giochi a Calgary 1988, è stato il momento migliore della mia carriera – al di fuori della competizione. Ricordo il momento in cui stavamo aspettando di entrare nello stadio per la Cerimonia di Apertura. Eravamo in piedi all'esterno, e faceva molto freddo, -20°, -25° gradi. Ma quando siamo entrati nello stadio, marciare dietro la bandiera del mio paese è stato il momento più incredibile. L'orgoglio che ho provato è difficile da spiegare.

OC: come si spiega il notevole successo della Germania nel bob?

CL: penso che abbia a che fare con il sistema sportivo sviluppato in Germania. Quindi tutto ciò che l'atleta produce ne è un mero riflesso. Devi mostrare il giusto atteggiamento, l'ambizione e la determinazione per avere successo. In Germania, abbiamo un sistema di supporto costante per accompagnare i giovani nello sport. Si basa su una struttura professionale molto alta a ogni livello, e significa anche che gli atleti si sentano sicuri, essendo nell'esercito o nella polizia. Il sistema fa in modo che l'atleta possa concentrarsi sull'allenamento senza doversi preoccupare troppo delle sue finanze o di cose del genere.

OC: cosa possiamo aspettarci da Beijing 2022 nel bob? Chi sono i tuoi favoriti per una medaglia? C'è un giovane bobbista da tenere d'occhio?

CL: ovviamente ci sono ostacoli causati dalla pandemia di Covid-19 che tutti abbiamo affrontato, ma credo che gli atleti saranno in grado di superarli e che il virus avrà una minore o nessuna influenza sui Giochi. Mi aspetto davvero una competizione emozionante.

Tra i favoriti ci sono Francesco Friedrich dalla Germania, che ha dominato negli anni passati, ma non sarà facile per lui difendere il titolo di PyeongChang perché ci sono atleti tedeschi più giovani, come Hans Hannighofer e Johannes Lochner, che potrebbero batterlo. E abbiamo anche un buon gruppo di atleti provenienti da Lettonia, Svizzera, Canada e Stati Uniti che possono rendere la vita di Friedrich più difficile. Non dobbiamo dimenticare nemmeno i cinesi, perché hanno il vantaggio di allenarsi sulla pista Olimpica, il che significa che possono testare e adattare i materiali alle caratteristiche specifiche della pista; nessuno degli atleti di altre parti del mondo è stato ancora sulla pista Olimpica. La prima volta che la incontreranno sarà durante i Giochi. Non avranno tempo per studiare e analizzare la pista, quindi i cinesi possono essere considerati tra i favoriti.

(Bongarts)

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