Tamberi e Jacobs, delirio e leggenda a Tokyo 2020

Serata assurda e indimenticabile per l'atletica tricolore: prima l'impresa di "Gimbo" Tamberi, che centra il primo storico oro azzurro nell'alto, poi, un pugno di minuti dopo è Marcell Jacobs a trionfare (anche qui evento inedito per l'Italia) nei primi 100 metri Olimpici dopo l'era-Bolt.

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(2021 Getty Images)

Non svegliateli e fate durare questa serata per sempre! Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs compiono un'impresa da pura leggenda trionfando entrambi per la prima volta per i colori italiani, nel salto in alto e, udite udite, nei 100m maschili – l'evento più importante delle Olimpiadi Estive: l'Italia torna così a un oro Olimpico nell'atletica 13 anni dopo l'impresa di Schwazer a Beijing 2008, nella 50 km di marcia.

Non ci sono parole realmente adatte per descrivere una serata tanto straordinaria quanto improbabile, visto che, se Tamberi era accreditato di una buona gara e, al più, di una medaglia, quello che ha fatto Jacobs è pura magia, una bellissima "invenzione" che dimostra, ancora una volta, tutta l'anarchica bellezza dello sport.

Piange a dirotto Gianmarco "Gimbo" Tamberi alla fine della gara del salto in alto che l'ha laureato campione Olimpico (alla pari con Mutaz Barshim, QAT), con, come misura, 2.37. Entrambi hanno fallito quota 2.39, mentre in precedenza avevano realizzato un fantastico percorso netto, senza errori. Al terzo posto si piazza il bielorusso Maksim Nedasekau, anche lui con 2.37 (ma con errori a 2.35).

Fantascienza pura per Gimbo, che dopo la delusione di Rio 2016, torna ai livelli di qualche anno fa nel momento perfetto. Chapeau e bentornato campione.

Un pugno di minuti dopo, ecco che Marcell Jacobs si presenta in corsia 3 per tentare un'impresa che nessuno, ripetiamo, nessuno, avrebbe mai osato solo immaginare: andare a medaglia nella finale dei 100 maschili. Carico e teso al punto giusto, parte bene Marcell, con quella falcata possente ed elegante, sinonimo di una classe cristallina sbocciata quando ormai nessuno ci credeva più. L'azzurro sta in testa sin dall'inizio e allunga irresistibilmente, nel delirio e stupore dei pochi italiani presenti allo Stadio Olimpico di Tokyo, e quasi rallentando nel finale per andare a vincere con un altro nuovo record europeo: 9.80 e buona notte a tutti.

Questo successo è il mio sogno da quando sono bambino. Già arrivare in finale era eccezionale, ho dato il mille per cento, sono partito come non mai ed è successo. Al traguardo mi è venuto spontaneo urlare, ho abbracciato Gimbo. Questa medaglia è reale, ci devo credere, e arriva dopo tutte le batoste e le sofferenze, però adesso ho una medaglia al collo e non vedo l'ora domani di sentire l'inno italiano

Al secondo posto, nella gara più importante e mediatizzata dell'atletica mondiale - la prima Olimpica del dopo Usain Bolt -, ci finisce l'americano Kerley (9.84) mentre al terzo il canadese de Grasse (9.89), entrambi tra i favoriti. Per Jacobs è un'apoteosi insperata ma alla vigilia, con un mix di realismo e fiducia nei propri mezzi, il 26enne atleta azzurro aveva detto che per le medaglie ci sarebbe stato anche lui.

D'altronde, per arrivare al titolo ha battuto tre volte di seguito il record italiano e due volte quello europeo: qualcosa di stratosferico per uno che, prima di arrivare alle Olimpiadi di Tokyo aveva corso in crescendo, e con un personale di 9.95 che lasciava sperare in una finale ma nulla di più.

Le medaglie di Tamberi e Jacobs si aggiungono al bronzo della staffetta 4X100 mista maschile di nuoto: ora l'Italia sale al 9° posto nel medagliere provvisorio di Tokyo 2020.

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(Ryan Pierse)
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