Questa storia viene raccontata una volta ogni 4 anni in Giappone, come un racconto popolare tramandato di generazione in generazione.
Ai Giochi Olimpici Invernali di Lillehammer 1994, la squadra nipponica di salto con gli sci era vicina alla medaglia d'oro.
Nell'ultimo turno, con il Campione del mondo Harada Masahiko pronto sul trampolino, il Giappone sembrava comodamente in vantaggio sulla Germania. L'oro sembrava già vinto.
Jens Weissflog realizzò però un salto lunghissimo per i teutonici mettendo un'enorme pressione su Harada.
Harada, poi, non riuscì nemmeno a raggiungere il punto K e il Giappone si dovette accontentare dell'argento.
Quattro anni dopo, in casa a Nagano e con Harada ancora in squadra, erano determinati per vincere l'oro. Dopo il primo turno, si trovavano però al quarto posto.
Poi, a causa di una tempesta di neve, la competizione venne sospesa. I risultati del primo turno sarebbero rimasti invariati in seguito alla cancellazione dell'evento.
Gli ufficiali di gara stabilirono le condizioni per continuare la competizione: tutti e 25 i saltatori di prova avrebbero dovuto completare i loro salti di prova.
Tra di loro c'era il compagno di squadra di Harada a Lillehammer, Nishikata Jinya, che non era riuscito a partecipare a Nagano a causa di un infortunio.
Come se il destino lo volesse, le possibilità del Giappone erano ora nelle mani di Nishikata - che aveva visto infrante le sue speranze di medaglia d'oro a causa del flop di Harada 4 anni prima - e degli altri 24 saltatori.
Questa volta, Harada non fallì e il Giappone riuscì così a conquistare l'oro.
Harada - che è capo coordinatore della delegazione Giapponese a Beijing 2022 - e Nishikata saranno uniti per tutta la vita.
La loro storia, attraverso gli occhi di Nishikata e dei suoi compagni, eroi sconosciuti, è stata trasformata in un film intitolato Hinomaru (bandiera giapponese) Soul, uscito lo scorso anno.
Questa storia ha ispirato l'attuale generazione di saltatori con gli sci giapponesi, tra cui Takanashi Sara e Kobayashi Ryoyu, favoriti per una medaglia a Pechino.
È la storia di ogni ascesa, ogni caduta, ogni vittoria. Di come "ci siamo dentro insieme".
“Sin dalle Olimpiadi di Nagano nel 1998, questa storia viene raccontata una volta ogni quattro anni”, ha dichiarato Nishikata.
“Mi chiedono come mi sia sentito e ora questa storia è anche un film. Ma se avessimo vinto la medaglia d'oro (a Lillehammer), la storia non sarebbe poi andata a finire in questo modo".
“Quando ci penso, mi sento in pace con ciò che è successo. Mi sento grato".
“Posso non aver vinto una medaglia d'oro, ma voglio davvero dire ‘Grazie’”.