Il gruppo, le partite a carte e la fratellanza in campo: Fontecchio e Melli sognano l'impresa per Italia - USA: "Niente pressioni, ma vogliamo vincere" | Mondiale di basket 2023

Parigi 2024

L'Italia si prepara ad affrontare gli Stati Uniti ai Mondiali di basket 2023 (martedì 5 settembre alle 14:40) e i due trascinatori del gruppo allenato da Gianmarco Pozzecco vogliono continuare a sognare. Nicolò Melli e Simone Fontecchio raccontano a Olympics.com le loro sensazioni alla vigilia dei quarti di finale e come il gruppo sia diventato il punto di forza degli azzurri.

7 minDi Samuel Friedman e Benedetto Giardina
Nicolò Melli, Simone Fontecchio - team Italy, basketball - FIBA Worlds 2023
(2023 Getty Images)

Se per coach Pozzecco sono 12 figli, è inevitabile che in campo - e fuori - diventino 12 fratelli.

È così che la famiglia più larga della pallacanestro italiana è arrivata a giocarsi la storia: dentro o fuori per inseguire la prima medaglia di sempre ad un Mondiale di basket, al cospetto degli Stati Uniti di Paolo Banchero e compagni.

Guai però a pensare che l'Italia abbia tutto da perdere. Non è così e non vogliono pensarla così due che gli USA li conoscono bene, per la loro esperienza in NBA e per aver anche condiviso il campo con alcuni dei giocatori nel roster a stelle e strisce.

Semmai, per Nicolò Melli e Simone Fontecchio, c'è la consapevolezza di giocarsela senza pressione. Ma con la stessa voglia di vincere di sempre, quella che ha portato alla rimonta dal -16 sulla Serbia e che ha spinto gli azzurri fino al primo posto nel girone della seconda fase.

Primo posto che vale i quarti di finale, per la prima volta dopo 25 anni, ma anche una sfida da ricordare contro Team USA. Per inseguire una nuova impresa.

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Simone Fontecchio, gli USA dopo il record di punti con l'Italia: "Dobbiamo godercela, senza pressioni"

Ha vissuto la sua prima annata in NBA con la canotta degli Utah Jazz e ora ha davanti a sé gli stessi avversari che ha affrontato quotidianamente in stagione.

Un vantaggio, per Simone Fontecchio? "Non so se sarà d'aiuto, ma ho giocato contro questi ragazzi nell'ultimo anno, quindi so come vogliono giocare e conosco il loro stile di gioco".

La chiave sarà riuscire a farlo conoscere anche ai propri compagni, perché la forza dell'Italia sta come sempre nel gruppo: "È sicuramente una partita molto difficile e cerchiamo di fare del nostro meglio. Conoscendoli un po', posso aiutare i miei compagni di squadra a capire come vogliono giocare. Loro vogliono essere veloci, mentre a noi piace giocare cinque contro cinque. Quindi questo è l'obiettivo principale di stasera".

Un gruppo che si è cementato col passare dei giorni, tra campo e palestra, ma non solo. "Penso che la crescita di questi ragazzi sia incredibile. Un sacco di ragazzi giovani che amano giocare insieme, tutte queste cose, giocare a carte fino a tarda notte dalle loro stanze, sai, stare sempre insieme, siamo stati insieme per mesi. Amano l'ambiente ed è qualcosa di cui bisogna approfittare". E tra questi, il miglior giocatore di carte non sembra essere il numero 13 azzurro: "Sicuramente non io", chiosa Fontecchio.

La serenità dell'ambiente non deve trarre in inganno, però. Non è un'Italia che si prepara ad affrontare gli USA da sparring partner. Anzi, è un'Italia che vuole viaggiare leggera sulle ali dell'entusiasmo: "Più che non avere nulla da perdere - prosegue Fontecchio - mi sembra che abbiamo zero pressione. Perché tutta la pressione è su di loro. Sono 25 anni che non arriviamo tra le prime otto. Per me, non sento alcuna pressione, non abbiamo pesi sulle spalle. Forse non abbiamo nulla da perdere, ma vogliamo assolutamente vincere".

Dopo il career high di 30 punti con la maglia della nazionale nella vittoria sulla Serbia, l'ala azzurra ha chiuso in doppia doppia (12 punti, 12 rimbalzi) nel match contro Porto Rico, confermandosi ancora una volta un punto fermo per questa squadra. E vuole mostrarlo ancora contro gli USA: "Il solo fatto di avere l'opportunità di giocare contro di loro è un grande risultato, anche se non arrivi tra i primi otto. Quindi penso che dobbiamo essere felici, dobbiamo essere felici di giocare questa partita. Dobbiamo godercela".

La "fratellanza in campo" e il gruppo: i segreti dell'Italbasket secondo Nicolò Melli

Conosce bene gli States anche Nicolò Melli, dopo due stagioni in NBA con i New Orleans Pelicans e i Dallas Mavericks, prima di tornare in Italia e vincere due scudetti con l'Olimpia Milano.

Nel team allenato da Steve Kerr c'è anche un suo ex compagno di squadra, Brandon Ingram, ma più che la conoscenza dei singoli, il veterano azzurro sa che il lavoro di gruppo può rendere possibile una nuova impresa.

"Voglio dire, è la nostra storia. Negli ultimi tre anni siamo sempre stati gli sfavoriti. E credo che ci troviamo bene con noi stessi perché siamo sottodimensionati e meno atletici. È un ruolo che accettiamo. Ma penso anche che come sfavoriti, lo siamo stati negli ultimi tre anni. E ora intorno a noi c'è un po' di aspettativa. Sappiamo che giocheremo contro gli Stati Uniti, sarà una partita difficile e di sicuro siamo gli sfavoriti. E come sapete, abbiamo meno pressione di loro. Ma allo stesso tempo non entriamo mai in campo pensando che non importa se perdiamo. Vogliamo vincere tutte le partite. Ma credo che sia un ruolo che ci si addice e cerchiamo di accettarlo".

Se per Pozzecco è qualcosa che si è creato dallo scorso Europeo, in cui l'Italia ha sfiorato l'accesso alle semifinali, per Melli lo spirito nasce proprio da ciò che tutta la squadra riesce a esprimere lontano dai riflettori: "Questo è un gruppo speciale. Prima di tutto, fuori dal campo, siamo sempre insieme. Il nostro ritiro è iniziato un mese e mezzo fa e da allora siamo sempre stati insieme, anche fuori dal campo, la sera, giocando a carte, guardando film, uscendo. Ci piace molto stare insieme e credo che questo si veda anche in campo".

Per fare la storia, però, manca ancora una partita: "Se perdiamo, siamo tra le prime otto. E nessuno ci pensava. Nessuno credeva che ce l'avremmo fatta. Se vinciamo, invece, facciamo la storia. E credo che ne trarremo molta energia. Sarà una partita durissima. Non entriamo in campo pensando che non importa se perdiamo. Come ho detto prima, è una serata speciale. E credo che ci alleniamo e viviamo per serate come questa".

Una di quelle partite che chiunque abbia fatto due tiri al campetto sogna nella vita. Una di quelle partite che l'Italia ha dimostrato in passato di poter affrontare portando sul parquet lo spirito di gruppo che si è creato fuori dai palazzetti. Quello che Melli, insieme al capitano Gigi Datome, ha fatto conoscere a tutto il pubblico italiano attraverso il podcast Afternoon, che ha accompagnato tutti i giocatori fino al viaggio a Manila, dove l'Italia del basket insegue un traguardo leggendario: "Il nostro approccio alle partite è sempre da squadra - conclude Melli - sappiamo che se non condividiamo l'obiettivo, se non ci aiutiamo a vicenda in difesa, non abbiamo alcuna possibilità contro nessuno. Ed è così che affrontiamo ogni partita, ogni amichevole, ogni allenamento".

"Dobbiamo restare uniti. Dobbiamo avere questo tipo di fratellanza in campo. Questa è la nostra filosofia. E finora ci ha portato tra le prime otto del Mondiale. Vedremo come andrà stasera".

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