Pozzecco, il Mondiale e la forza della sua Italia: "I ragazzi dell'Europeo hanno creato qualcosa di grande" | Seconda parte

L'Italia si gioca la prima chance di conquistare il pass per Parigi 2024 ai Mondiali di basket maschile in programma dal 25 agosto al 10 settembre, con gli azzurri impegnati a Manila nella fase a gironi. Un torneo in cui coach Gianmarco Pozzecco punta sulle qualità mostrate all'Europeo da Simone Fontecchio e compagni. E il ct svela a Olympics.com le sue speranze per questo Mondiale...

6 minDi Benedetto Giardina
Gianmarco Pozzecco
(2022 Getty Images)

Il primo treno per Parigi? Parte da Manila, per l'Italia e non solo.

Al Mondiale di basket maschile in programma dal 25 agosto al 10 settembre, infatti, non è in palio solo il titolo di Campione del mondo: il torneo distribuisce anche le prime quote per i Giochi Olimpici di Parigi 2024 e gli azzurri di Gianmarco Pozzecco vogliono giocarsi sin da subito le proprie carte.

Servirà un'impresa? Sì, perché al Mondiale, l'Italia non è mai riuscita a salire sul podio. Di medaglie Olimpiche ne ha conquistate due, di titoli Europei pure (con otto medaglie complessive), ma al Mondiale non è mai andata oltre il quarto posto.

"Non abbiamo pressioni, dai", prova a scherzarci su il coach azzurro. Ma sa bene, lui per primo, che la sua squadra può dare filo da torcere a tutti, come agli scorsi Europei.

E il segreto, per l'argento Olimpico di Atene 2004, sta in tre parole: "Tolleranza reciproca, passione e attaccamento alla maglia".

Gianmarco Pozzecco e le scelte dell'Italia per il Mondiale: "Tutti ambiscono a giocare per la nazionale"

La base di partenza sta proprio lì: il senso di appartenenza nei confronti della canotta azzurra. Ma i posti per l'aereo che porta al Mondiale saranno solo 12 e non sarà possibile accontentare tutti.

"Le convocazioni in nazionale sono complicate - ammette Pozzecco - paradossalmente per quello che siamo riusciti a creare. Tutti quelli dell’Europeo hanno creato qualcosa che va rispettato".

"Quello che siamo riusciti a mettere in piedi fa sì che tutti ambiscano ancor di più a giocare in nazionale", Gianmarco Pozzecco.

Vale per i senatori, così come per chi ha iniziato solo negli ultimi anni a far parte della "famiglia", come la definisce il Poz. A partire da Simone Fontecchio, "uno degli europei più forti in assoluto" per il suo c.t.: "Ha fatto benissimo con me, ha avuto forse una maturazione lenta perché ha iniziato ad esprimere questo livello di pallacanestro qualche anno fa. Nessuno però poi si aspettava che riuscisse ad essere così devastantamente forte".

Poi c'è lo zoccolo duro di una nazionale che lo scorso anno ha sfiorato l'accesso alle semifinali di Eurobasket: "Posso contare su gente come Nicolò Melli, Gigi Datome, Marco Spissu, Alessandro Pajola… quello che hanno dimostrato questi ragazzi sul campo è che tengono davvero alla maglia azzurra e questo è impagabile".

Giovani e veterani: su chi può puntare l'Italia del basket maschile?

Se in tanti però ambiscono alla maglia della nazionale, che spazio può esserci per la vecchia guardia?

L'Italia del basket, oggi, ha un bacino di giovani leve interessanti. Occhio però ai veterani, perché Pozzecco li tiene in forte considerazione.

Da Danilo Gallinari, che sta recuperando dall'infortunio al crociato per il quale è rimasto fermo per l'intera stagione con i Boston Celtics, passando per Marco Belinelli, miglior sesto uomo in Serie A con la Virtus Bologna. La porta, per loro, non è affatto chiusa. Anzi.

"Giocare per la nazionale è molto bello, ma è anche estremamente faticoso. Capisco che non sia facile capirlo, ma oggi i ragazzi se giocano in NBA, in Euroleague o in altre competizioni europee fanno veramente tante partite. Anche per chi non le fa, le stagioni sono stressanti, quindi finire la stagione e rituffarsi in un’avventura diversa come quella della nazionale non è facile".

Tra i giovani, invece, Pozzecco vede un futuro brillante per la pallacanestro italiana: "Se la base sono Visconti, Casarini, Bortolani, Caruso, Diouf, Woldetensae e Severini, quelli che abbiamo visto nell’ultima finestra, possiamo dire che c’è qualcosa anche dietro. Non voglio fare nomi, perché dovrei citarne veramente tanti, ma penso a Dame Sarr che gioca a Barcellona e anche Adrian Mathis, avendo anche allenato suo papà Donte a Capo d’Orlando". Un'esperienza citata non a caso, quella di Capo d'Orlando. Perché è lì che è iniziata la sua carriera da coach.

"Volevo diventare l’allenatore che sono diventato. Volevo diventare un allenatore che si fidasse ciecamente dei propri giocatori" - Gianmarco Pozzecco

Se c'è un posto dove Pozzecco ha capito di essere diventato quel tipo di allenatore, però, è senza dubbio Sassari. Non solo per la vittoria della FIBA Europe Cup e della Supercoppa Italiana: "Dopo la vittoria della coppa, una cosa che non dimenticherò mai, mia moglie mi disse che sarei dovuto essere contento non per aver vinto, ma per averlo fatto allenando come volevo io".

"Nella pallacanestro oggi vincono i Golden State Warriors, mentre prima vinceva Magic Johnson contro Larry Bird. Si sposta l’attenzione dallo sportivo alla squadra, a queste grandissime organizzazioni con capacità che prima non avevano. A me piace riportare tutto un po’ più indietro".

Pozzecco e l'Italia maschile al Mondiale di basket: "Speriamo accada qualcosa come ad Atene 2004..."

È anche seguendo questo pensiero che Pozzecco vuole guidare l'Italia verso il Mondiale. Pur con tutte le difficoltà del caso, inevitabili visto il livello: "La medaglia ad un Mondiale è sempre complicata. Gli USA sono quasi sempre imbattibili, le squadre che possono vincere poi sono talmente tante che diventa complicato arrivare in fondo".

Sarà anche per questo che l'Italia, al Mondiale, non è mai arrivata tra le prime tre? "Agli Europei fino ad un certo periodo storico ce n’erano di meno, oggi forse si equivalgono. Poi ci vuole fortuna: noi ai Giochi Olimpici siamo arrivati secondi perdendo tre volte, la Spagna ha perso una sola partita ed è arrivata quinta".

La mente, così, vola ancora una volta all'impresa di Atene 2004, l'ultima medaglia conquistata dall'Italia della pallacanestro maschile nella sua storia, col Poz in campo: "Un accoppiamento azzeccato, una partita che ti va bene: a noi è successo così, l’accoppiamento giusto l’abbiamo avuto con Porto Rico e la partita della vita l’abbiamo giocata con la Lituania per arrivare in finale. E abbiamo vinto un argento storico".

Un ricordo che lascia anche un filo di ottimismo per il futuro: "Speriamo accada qualcosa di simile anche ad un Mondiale...".

LA PRIMA PARTE DELL'INTERVISTA: Da Atene 2004 a Parigi 2024, Pozzecco sogna un anniversario... d'oro: "Essere ai Giochi Olimpici è qualcosa di unico" | Prima parte

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