The Last Dance di Gigi Datome, il capitano azzurro lascia il basket dopo il Mondiale: "Voglio ancora un sogno con l'Italia"

Il Mondiale di basket FIBA 2023 sarà l'ultimo palcoscenico con la canotta dell'Italia per il capitano Luigi Datome, che ha annunciato il suo ritiro. Prima di appendere le scarpette al chiodo, però, ha un ultimo sogno da realizzare: "In tante estati in azzurro, non abbiamo mai portato a casa una medaglia. E dato che ho sempre sognato, voglio continuare a sognare ancora".

7 minDi Benedetto Giardina
Gigi Datome
(Photo by Zhong Zhi)

“Smetto di giocare a basket. Finisco col basket giocato”.

Non servono molte parole a Gigi Datome per chiudere un capitolo lungo vent’anni. Si è conclusa una delle carriere più vincenti della pallacanestro italiana, o meglio: si sta per concludere.

Perché per Datome c’è ancora un’ultima vetrina. The Last Dance, così come è stata definita dalla stessa nazionale azzurra, nell’annunciare (per ora) l’unico convocato in vista dei Mondiali FIBA 2023.

“Sono stati anni bellissimi, ho giocato con compagni di squadra incredibili, sono stato allenato da grandissimi allenatori e ho giocato in squadre pazzesche. Ho vinto tanto da protagonista, non ho veramente rimpianti, ma la cosa ancora più importante è che mi sono divertito tantissimo. Sono stati 20 anni pazzeschi e chi fa sport sa divertirsi è troppo importante per poter fare qualcosa di bello”.

A Manila, Datome ci sarà. E sarà lì che il capitano azzurro saluterà il basket giocato. Con un sogno, più che un obiettivo: una medaglia. Quella che con l’Italia non ha mai ottenuto.

La carriera di Gigi Datome nella pallacanestro: i successi in Italia e in Europa

“Sono passati 20 anni da quando sono partito da qui, da quando giocavo in questo campo”, è con queste parole che Gigi Datome ripercorre la propria carriera dalla sua Olbia, in un video pubblicato su Instagram. “Quando avevo 14-15 anni, quando sono partito, volevo semplicemente vedere se questa passione, questo amore per la pallacanestro poteva diventare la mia vita”.

Lo è diventata, perché in venti stagioni ha vinto tutto quello che c’era da vincere. In Italia e in Europa.

Tre scudetti, uno da giovanissimo con Siena e due nelle ultime due stagioni all’Olimpia Milano. Due Supercoppe italiane, sempre tra Siena e Milano. Due Coppe Italia con l’Olimpia. Tre campionati in Turchia col Fenerbahçe, dove ha vinto anche la coppa nazionale in tre occasioni e soprattutto l’Eurolega nel 2017.

“Avevo sicuramente dei sogni, ma non avrei mai potuto sognare tutto ciò che mi è successo”.

“Non avrei mai potuto sognare di fare 10 anni in Serie A, come è successo tra Siena, Scafati e Roma. Non avrei mai potuto sognare l’ultimo anno alla Virtus, che rimane uno dei più belli dell mia vita. Non avrei mai potuto sognare di vivere anni indimenticabili al Fenerbahce, a Istanbul, vincendo nove titoli, quattro final four di fila e l’Eurolega del 2017. E non avrei mai potuto sognare di finire la carriera in un club così importante e prestigioso come l’Olimpia Milano".

L'esperienza in NBA di Datome: come è andata nel campionato di basket americano

In mezzo ai trionfi in campo nazionale e continentale, una parentesi a stelle e strisce, proprio negli anni in cui l’Italia imparava a conoscere l’NBA e viceversa.

Dopo l’approdo negli USA di Andrea Bargnani, Marco Belinelli e Danilo Gallinari, la chance dall’altro lato dell’Oceano è arrivata anche per Datome, nel 2013, con i Detroit Pistons.

Un ruolo da gregario, con pochi minuti giocati, poi il trasferimento ai Boston Celtics nel 2014. Lì vive l’emozione del primo esordio in quintetto in NBA e trova il career high di 22 punti contro i Milwaukee Bucks di un giovanissimo Giannis Antetokounmpo.

A Boston giocherà una sola stagione: 18 partite, 10.7 minuti e 5.2 punti di media col 47% da tre. Più tre presenze ai play-off, chiusi con l’eliminazione al primo turno per mano dei Cleveland Cavaliers.

Gli ultimi trofei di Datome: il trionfo in Eurolega col Fenerbahçe e gli scudetti con Milano

Non sarà l’ultima esperienza lontano dall’Italia, perché l’approdo successivo è in Turchia, al Fenerbahçe.

In cinque anni, Gigi Datome non solo porta a casa tutto quel che c’era da vincere, ma diventa un idolo della tifoseria turca, che ancora oggi ricorda il numero 70 come uno dei punti di forza della squadra Campione d’Europa.

Nel 2017, il Fenerbahçe riesce a vincere la sua prima Eurolega, dopo la finale persa nel 2016 e il quarto posto del 2015.

Parte dalla panchina, Datome, in entrambi i match delle Final Four. La finale contro l’Olympiakos, però, è un dominio assoluto da parte del Fenerbahçe: 80-64, con canestri pesanti per l’italiano, autore di 11 punti.

Il saluto alla Turchia, nel 2020, gli riapre le porte dell’Italia, all’Olimpia Milano: “Tre anni ricchi di soddisfazioni, di risultati, di cinque titoli, la final four dopo quasi 30 anni e questi due scudetti consecutivi che sono arrivati. Ma soprattutto non avrei mai potuto sognare di giocare la mia ultima partita in una gara 7 di finale scudetto”.

Milano, dove ha tagliato il traguardo delle 400 presenze in Serie A, sarà anche la sua casa una volta appese le scarpette al chiodo: “Cercherò di aiutare la squadra in un altro modo e mi rendo conto che l’Olimpia è un club prestigioso non soltanto in Italia, ma al top anche in Europa. Cominciare il post-carriera in una società così importante è qualcosa che mi rende molto orgoglioso, un privilegio che cercherò di meritarmi quotidianamente”.

Gigi Datome e l'Italia, il capitano della nazionale di basket chiude col Mondiale

L’ultimo capitolo di Gigi Datome su un campo da basket sarà ai Mondiali FIBA 2023, in programma dal 25 agosto al 10 settembre tra Filippine, Giappone e Indonesia.

L’Italia inizierà l’avventura mondiale a Manila e il capitano è stato il primo convocato di Gianmarco Pozzecco per la spedizione azzurra.

Non indossa la canotta della nazionale dai quarti degli scorsi Europei, persi all’overtime contro la Francia. Una pausa che non è mai stata un allontanamento da una squadra che è sua da sempre, per 188 partite, dall'esordio nel 2007 a Bari con la Croazia fino all'ultimo appuntamento alla FIBA World Cup.

“Non avrei mai potuto sognare che tutte queste bellissime stagioni sarebbero state intervallate dalla nazionale. Dall’Under 14 all’under 16, under 18, under 20 e nazionale A per tante estati. Non avrei mai potuto sognare che della nazionale A, come di quelle giovanili, sarei stato capitano. Adesso sono 10 anni che lo sono”.

E anche se non ha rimpianti, c’è qualcosa che Datome sogna per chiudere al meglio la carriera: “In tante estati in azzurro, non abbiamo mai portato a casa una medaglia. E dato che ho sempre sognato, magari anche raggiunto più di quello che potevo sognare, voglio continuare a sognare ancora un po’. È per questo che farò un’altra estate azzurra”.

“Rimane un sogno, ovviamente. Non è un obiettivo, perché è una cosa difficilissima, però ho pochi mesi ancora da giocatore, quindi lasciatemi sognare perché l’ho fatto per tutta la mia carriera e voglio continuare a farlo anche adesso”.

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