Eroi Olimpici azzurri: Enrico Fabris, l'uomo di Torino 2006
Nei Giochi casalinghi di Torino 2006 è stato il simbolo dell'Italia, capace di vincere due ori e un bronzo nel pattinaggio di velocità. Olympics.com ripercorre la storia di Enrico Fabris, oggi nello staff di una nazionale azzurra che vuole essere protagonista a Beijing 2022.
Nello sport non contano le vittorie, ma la voglia di divertirsi, io mi divertivo a ogni allenamento. non sono mai stati un peso.
Enrico Fabris a Il Messaggero il 20 settembre 2020.
Da semi sconosciuto a eroe a Torino 2006
Alzi la mano chi alla vigilia dei Giochi di Torino 2006 avrebbe immaginato che il simbolo di quell'edizione potesse essere un pattinatore di velocità. Tra sci alpino, con Giorgio Rocca e Kristian Ghedina, e il pattinaggio di figura, con la coppia formata da Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio, l'attenzione dei tifosi italiani era concentrata principalmente su altre discipline. Tra queste anche lo sci di fondo, che non deluse le attese. Indimenticabile, tra gli altri, fu l'oro di Giorgio Di Centa nella 50 km che avrebbe chiuso il torneo.
Fu però nell'Oval del capoluogo piemontese che si consumò la vera magia delle Olimpiadi in salsa tricolore. L'allora 24enne Enrico Fabris, in forza ai Carabinieri, si sarebbe infatti imposto come l'uomo copertina dell'intera delegazione tricolore presente alla rassegna.
L'11 febbraio si aggiudicò la prima delle 3 medaglie appese al collo nel corso di quella edizione. Nei 5000 metri si appese al collo un bronzo nei 5000 metri, salendo sul gradino più basso del podio alle spalle dello statunitense Chad Henrick e dell'allora giovanissimo olandese Sven Kramer, atleta che ancora oggi domina le scene internazionali.
Il capolavoro tutto italiano si sarebbe però consumato alcuni giorni più tardi. Il 16 febbraio, il Campione vicentino conquistò l'oro nel team pursuit maschile insieme ai compagni di squadra Matteo Anesi e Ippolito Sanfratello, superando in finale il Canada e in semifinale la fortissima Olanda che rimase vittima di una caduta.
Il 21 febbraio, la consacrazione. Nei 1500 metri, il pattinatore veneto stampa il cronometro sul tempo di 1'45"97. Nessuno sarebbe riuscito a fare meglio di lui. È oro, il primo individuale e secondo complessivo di un'Olimpiade indimenticabile.
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Da atleta a tecnico
Oltre alle 3 medaglie di Torino 2006, Fabris ha messo in bacheca 8 medaglie ai Mondiali (tra completi e distanza singola) e 4 agli Europei di cui una d'oro. Risultati che gli hanno permesso di diventare il pattinatore più vincente della storia d'Italia. L'oro olimpico in questa disciplina, a oggi, rimane ancora un tabù per i colori azzurri.
Una volta ritirato dall'attività agonistica nel 2011, Fabris è poi rimasto nel mondo della velocità sul ghiaccio. Alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018, si è tolto la soddisfazione in qualità di tecnico di assistere al bronzo del suo concittadino Nicola Tumolero, vicentino di Roana, nei 10000 metri.
Alle Olimpiadi Invernali di Beijing 2022 andrà in qualità di tecnico delle distanze medie lunghe, accanto al suo ex compagno di squadra Matteo Anesi che allena invece gli atleti delle distanze brevi. Una nazionale la cui direzione è ancora nelle mani di Maurizio Marchetto.
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Gli eredi di Enrico Fabris
Alle Olimpiadi di Beijing 2022 l'Italia punta a far meglio di PyeongChang 2018. Francesca Lollobrigida è reduce da due bronzi e un quarto posto ai recenti Europei di Heerenveen ed è sicuramente l'atleta di punta del movimento. Attenzione anche al terzetto azzurro del team pursuit maschile, fresco di bronzo continentale, formato da Davide Ghiotto, Andrea Giovannini e Michele Malfatti.
Sono loro le carte da medaglia più concrete per il pattinaggio di velocità italiano. Podi che, da bordo ghiaccio, non vede l'ora di festeggiare anche una leggenda come Enrico Fabris.
Il tutto in attesa delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, in occasione delle quali l'impianto nazionale di Baselga di Pinè verrà finalmente coperto per accogliere il grande pubblico e i migliori atleti del mondo.
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