In una gara impronosticabile e piena di colpi di scena, come quella dello slalom svizzero di questa mattinata, Giuliano Razzoli è stata la sola certezza.
Unico tra i big e veterani a salire sul podio, a testimonianza di una stagione che, a 37 anni, sta conducendo all'insegna di una continuità e di una costanza impressionanti. Sempre in top 10 negli slalom: 9º in Val d'Isère, 7º a Campiglio, 9º ad Adelboden e, infine, il 3º posto di Wengen.
Per l'emiliano si tratta dell'11º podio in carriera, e arriva al rintocco dei 6 anni dall'ultimo: era il 17 gennaio 2016 quando Razzo, sempre sul pendio di Wengen, chiudeva al secondo posto proprio alle spalle di Henrik Kristoffersen, il norvegese che oggi ha visto sfumare la vittoria a pochi metri dall'arrivo.
Giuliano "Razzo" Razzoli non sembra avere limiti nel suo arsenale e conclude la gara di oggi a +0.29 dal capolavoro di Lucas Braathen: per l'azzurro è l'ennesima dimostrazione che a Beijing 2022 ha intenzione di fare sul serio.
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LE DICHIARAZIONI DI GIULIANO RAZZOLI NEL POST GARA DELLO SLALOM DI WENGEN 2022
Il Razzo azzurro non ha nascosto la commozione alla cerimonia di premiazione e le sue parole riflettono la grande liberazione che rappresenta questo podio:
“Mi sarebbe spiaciuto arrivare quarto, cominciavo ad intravedere quel risultato. L’ultimo podio l’ho fatto qui a Wengen, sei anni fa. E’ stata un’emozione grande tornare sul terzo gradino di Coppa del mondo: è una cosa che sognavo da sei anni. Bella manche la mia seconda, forse ho lasciato qualcosa nella parte alta, ma quasi tutti hanno sbagliato. È un regalo per tutti quelli che mi hanno sostenuto e per chi mi ha sempre dato fiducia. Oggi mi godo il podio, perché sei anni sono lunghissimi. Sono davvero emozionato e sono contento per me e per lo sci”.
“E’ stato difficile risalire, dopo l’infortunio, ci sono voluti tre anni, però ci credevo, ci ho sempre creduto. Sapevo che ogni allenamento e ogni gara, ogni fatica fatta, sarebbe servita per ritrovare di nuovo il podio. E’ stato difficile, ma non ho mai mollato ed è andata così. Per la mia sciata e per la mia carriera me lo meritavo”.
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