Matteo Berrettini e la rinascita in versione Coppa Davis, dal tris in singolare al doppio con l'amico Jannik Sinner: "Con l'Italia ho un'energia in più" · Tennis
Decisivo nella fase a gironi, ritrovato a Malaga in un doppio stellare col numero 1 al mondo: Matteo Berrettini vuole essere l'uomo in più dell'Italia in Coppa Davis 2024 e con Jannik Sinner l'intesa è massima. In campo e fuori.
A Malaga ci è arrivato sul campo, dopo tre vittorie su tre nel girone di Bologna, in cui ha dominato in singolare. Ma alle semifinali di Coppa Davis 2024, Matteo Berrettini ci è arrivato da vincente in doppio.
Non una situazione inedita, per lui e per Jannik Sinner, chiamati a trascinare l'Italia nei quarti di finale contro l'Argentina. Hanno risposto presente e hanno ottenuto una vittoria determinante per tenere in corsa i Campioni in carica.
Solo che un anno fa, quando gli azzurri alzavano al cielo l'Insalatiera, The Hammer c'era giusto per sostenere i suoi amici, costretto dagli infortuni a non apparire nell'albo d'oro del torneo di tennis per nazionali.
Adesso c'è. In campo e con una racchetta in mano, a suon di prime vincenti. Pure con qualche volée a rete, che non rappresenterà certo il suo colpo migliore, ma con la maglia azzurra addosso tutto è possibile.
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La spinta di Berrettini in maglia azzurra: "Sento di essere molto forte mentalmente" · Coppa Davis 2024
Scherza, quando gli si chiede se si sente imbattibile con la maglia dell'Italia. Scaramanzia, sì, per Matteo Berrettini, ma anche la consapevolezza di avere ancora due passi da fare per chiudere un cerchio.
I primi quattro sono stati impeccabili: contro Brasile, Belgio e Paesi Bassi, nel girone di Bologna, è stato lui a dare il vantaggio alla squadra di Filippo Volandri nel primo singolare.
Tre vittorie su tre, seguita dalla convocazione per le Finals di Malaga e il doppio decisivo con l'Argentina, in cui è stato fondamentale.
"Non sono affatto imbattibile. Sento solo di essere molto forte mentalmente, quando gioco per l'Italia sento di avere un'energia in più. È tutta una questione di energia. Penso che sia mettere il cuore, sai, quando giochi e guardi negli occhi i tuoi compagni di squadra e senti che vogliono essere lì e devi giocare anche per loro, perché potrebbero giocare lì".
Senza problemi di concorrenza con Simone Bolelli e Andrea Vavassori, che quest'anno in doppio hanno rappresentato una delle coppie più affiatate al mondo: "Hanno giocato un anno incredibile - prosegue Berrettini - immaginate quanto sia in salute il movimento italiano nel tennis. Ci aiutano molto prima del doppio. È speciale, e credo che voi l'abbiate visto".
E adesso, per Berrettini, può riaprirsi la porta per il singolare: "La voglia c'è, io sono pronto a tutte le decisioni che vengono prese perché sono per il bene della squadra".
Jannik Sinner e Matteo Berrettini, un doppio da dieci e un'amicizia vincente · Tennis
Ma è speciale anche il rapporto tra Berrettini e Jannik Sinner, che come l'hanno scorso si è ritrovato a chiudere i conti da doppista.
Un anno fa, dopo aver vinto la finale con l'Australia, il numero 1 al mondo aveva subito rivolto un pensiero all'amico, augurandosi di ritrovarlo in squadra per provarci ancora.
È passato un anno e sono entrambi lì, nuovamente, a Malaga. Stavolta in campo, stavolta insieme: "Ha giocato in modo incredibile e mi ha dato molta fiducia", ha ammesso l'altoatesino dopo il successo sull'Argentina.
"Abbiamo una grande amicizia con tutta la squadra - prosegue - e quando si ha una buona amicizia fuori dal campo, in momenti molto importanti e delicati, ci si sente un po' più sicuri e, insomma, sicuri di sé e del proprio compagno".
Talmente sicuro da non avere dubbi sul voto da dare a Berrettini per la prestazione in campo: "Dieci per Mat". E poco importa se poi il diretto interessato, scherzosamente, sottolinei "solo dieci?". Perché è lui il primo a dare dieci a tutta la squadra.
Solo che per Sinner, il dieci a Berrettini, va oltre quanto fatto in doppio con l'albiceleste: "Vediamo le cose in maniera abbastanza simile - conclude - abbiamo parlato tanto di tennis in sé e di come gestire certe situazioni, come migliorare. Lì siamo abbastanza vicini, è un pochino diversa la carriera per come siamo arrivati al top, però alla fine le cose vanno sempre insieme e lì ci troviamo abbastanza bene. Ci sono tante cose simili e per questo l'amicizia è naturale".