Sofia Goggia, il ritorno in Italia da superstar tra aquile e samba: "Abbiamo iniziato un bel racconto" · Sci alpino

Vincente in super G al rientro in Coppa del mondo di sci alpino a Beaver Creek, Sofia Goggia è tornata in Italia per preparare le prossime tappe europee del circuito. L'azzurra ha raccontato le proprie sensazioni dopo le prime gare.

6 minDi Benedetto Giardina
Sofia Goggia of Italy competes in Audi FIS Alpine Ski World Cup Women's Super G in Beaver Creek
(2024 Getty Images)

Una pagina vuota, bianca come la neve di Beaver Creek, e dalla "tabula rasa" di due mesi fa può nascere un romanzo che solo Sofia Goggia poteva immaginare.

"Abbiamo iniziato a scrivere su quella tabula, era un bel foglio bianco, abbiamo preso una bella penna e iniziato un bel racconto, si spera", racconta la discesista azzurra di rientro dagli USA, protagonista sia nella pista da sci che in quella di atterraggio di Linate, accolta da star per celebrare il suo ritorno (vincente) alle competizioni.

È un racconto fatto di aquile che non aveva mai visto prima e volano lontano - anche se a lei "piace volar un po' più basso" - oltre che di balletti spensierati a valle, quasi come se il passato fatto di infortuni e ospedali, fatiche e dolori, nemmeno esistesse. Invece non solo esiste, ma è proprio da quello che nasce la serenità di chi è tornata con la stessa forza di sempre.

Dalle fratture multiple alla gamba destra alla preparazione saltata, dal podio alla prima uscita stagionale in Coppa del mondo di sci alpino alla vittoria in super G a neanche 24 ore dal ritorno in pista. Sono soltanto i primi paragrafi di un ennesimo capitolo di storia, per la sciatrice bergamasca: "Mi sento molto serena, ho vissuto sei mesi con questa piastra che chiaramente è stata un aiuto immediato nel mio infortunio, però allo stesso tempo era un corpo esterno attaccato a me. E nella mia anima era come se percepissi un po' questa cosa".

Lo switch, mentale e fisico allo stesso tempo, è arrivato proprio "nel momento in cui ho tolto la piastra". Da lì Goggia si è "liberata", già "dopo l'operazione, ancora nel letto e col piede fasciato", ma tutti quanti l'hanno vista liberarsi nel suo habitat naturale: sulla neve.

L'America di Goggia: l'allegria di Braathen e la tenacia dall'Atalanta

Il circo bianco si trasforma in un carnevale e anche lei, concentrata fino all'ultimo tratto di gara, non può non esserne coinvolta.

Scherzerà pure tra samba e polenta, Sofia Goggia, ma nel circuito si inizia a respirare tutta un'altra atmosfera già da qualche settimana: "Volevo fare un po' la samba come [Lucas] Braathen, però non ho quei passi di danza".

Per il collega che da quest'anno gareggia per il Brasile, tornato in pista dopo un anno, l'azzurra ha solo parole di apprezzamento: "È da sempre un personaggio, lo conosciamo benissimo. Sono con lui in Atomic e secondo me sono contenti di avere un team di atleti che hanno una personalità spiccata".

Una personalità mica da ridere, anche quella della velocista di Bergamo, che per un attimo ha trasformato la Birds of Prey in una sorta di Rio de Janeiro più fredda: "Poi fra l'altro lì era un pochino ripido - ammette riguardo al balletto a fine gara - e con gli scarponi non riuscivo a farlo bene, quindi ho detto vabbè, rimango nei confini bergamaschi, nella mia terra".

La terra dell'Atalanta, che tira fuori tutto l'animo da tifosa di Goggia, tra scaramanzie quando si parla di scudetto e occhi che brillano al pensiero della sfida di Champions League col Real Madrid.

E se c'è una cosa in comune tra lei e la Dea, non ha dubbi su quale indicare: "La tenacia. Col Real Madrid ha fatto una partita di un livello fotonico, con una cattiveria, senza arrendersi dopo aver preso gol, con la voglia di provare a mettere la palla nella porta avversaria. È stata ammirevole e nonostante abbia perso, mi è piaciuta tantissimo".

I consigli di Lindsey Vonn a Sofia Goggia... e viceversa: "Mi ha spiegato la pista di Beaver Creek pezzo per pezzo"

A ridere con Sofia Goggia, mentre danzava sulla neve nel parterre di Beaver Creek, c'era l'amica e prossima avversaria Lindsey Vonn, che ha fatto da apripista negli USA e le ha dato dei consigli preziosi su come affrontare la gara.

"La partenza del super G era abbastanza stretta - ammette l'azzurra - e nel riscaldamento le ho chiesto se avesse il telefono, se potessimo mandarci due messaggi una volta arrivata a fondo, per spiegarmi bene la pista".

"Quando stava per partire Laura Pirovano, tutti erano sullo schermo e io ero al telefono con Lindsey, che mi spiegava la pista pezzo per pezzo. Se un'atleta del suo calibro ti dà dei consigli, sai che puoi fidarti ciecamente".

E allo stesso modo, Vonn può fidarsi di lei, sebbene dalla prossima tappa a St. Moritz la statunitense non sarà più una semplice apripista: "Mi ha chiesto se sarò disposta a darle consigli, glieli avrei dati a prescindere. Con Lindsey sono una grandissima amica, abbiamo battagliato tanto nei suoi ultimi anni di carriera e sono felice di rivederla sugli sci."

La attendono in tanti, ma già a Beaver Creek è arrivata una prima risposta sulle sue condizioni: "Nonostante i 40 anni, tante persone si pongono degli interrogativi. E la verità è che comunque in discesa, facendo da apripista, era nelle dieci col tempo che ha registrato".

"Sono felice di accoglierla in pista e di gareggiare ancora con lei - ribadisce Goggia - perché penso che un personaggio del genere faccia non del bene, ma di più a tutto il mondo dello sci. Mi auguro un giorno, perché no, di poter salire sul podio insieme. Sarebbe una cosa fantastica".

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