Teahupo’o, Tahiti: tutto sull'onda più sognata del surf, sede delle gare Olimpiche di Parigi 2024
Olympics vi racconta l'onda iconica che è stata scelta come sede delle competizioni di surf per i prossimi Giochi Olimpici. Mettetevi comodi perchè si parte dalle basi (come si pronuncia?) e si arriva alla "fine della strada"...
Iconica, difficile ed estrema. Quando si parla delle onde da surf, Teahupo'o è sicuramente una delle più spettacolari.
Prima di cominciare a parlare dell'onda, si deve sapere che Teahupoʻo è un villaggio sulla costa sud-occidentale di Tahiti, isola della Polinesia francese situata nell'Oceano Pacifico meridionale.
Questo termine, in italiano suonerebbe come "t j u p o", e per questo, gli addetti ai lavori, spesso chiamano l'onda con un nomignolo simile, "Chopes".
Il sogno di ogni surfista si forma a circa 400 metri al largo ed è universalmente riconosciuto come il più famoso reef break del mondo. La sua reputazione precede il suo tube (la galleria che forma l'onda) liscio come una lastra di vetro e ipnotico.
Esteticamente spettacolare, Chopes non è un'onda per i deboli di cuore.
Tra aprile e ottobre di ogni anno, i migliori surfisti del mondo monitorano le mappe delle mareggiate e le previsioni per cercare di prevedere quando il left-hand barrel dei sogni, l'onda che arriva da sinistra, raggiungerà la forma perfetta.
Teahupoʻo di solito si alza per due o tre metri e a volte può raggiungerne anche sette. Ma non è l'altezza dell'onda a renderla unica, bensì la combinazione di almeno tre fattori: il barrel (la forma ideale dell'onda), l'impegnativa discesa verso la base dell'onda che bisogna percorrere con la tavola (heavy drop) e il reef (fondale) poco profondo.
Tahiti ospiterà gli eventi del surf di Parigi 2024, e possiamo stare tranquilli (è proprio il caso di dirlo!) che lo spettacolo che offrirà Teahupo'o sarà adrenalinico e cardiopalma.
Teahupo'o spiegata bene
L'onda di Teahupo'o è una meraviglia della natura: acqua cristallina tropicale, barrel cavo e cilindro del tube molto aperto. Risultato? Immagini stupende e surfate incredibili, ma quello che di per sè sembra uno spettacolo da contemplare è una bestia difficile da domare, poiché si tratta di un'onda potente che atterra su un fondale poco profondo.
In molti punti ci sono solo 50 centimetri tra il fondo e la superficie dell'acqua.
Questa gemma liquida, pesante e spessa, si crea proprio a causa del cambiamento di profondità del fondo del mare.
Circa 50 metri dopo il fondale basso, la profondità scende a più di 15 metri. Questo comporta che le mareggiate che arrivano verso la riva passino da acque molto profonde ad acque estremamente basse in un breve lasso di tempo e spazio. Per questo motivo, le onde si sollevano proprio sul reef prima di rompersi con un'immensa forza e potenza.
Con un tale volume di acqua che si solleva, l'onda ha un lip molto spesso. Il lip, che letteralmente sarebbe il labbro dell'onda, è la sezione dell'onda che si vede quando essa inizia la curva. Tanta acqua significa un'onda più pesante, che può rendere difficile attraversarla. Con un reef così poco profondo per ogni cavalcata è necessaria una grande dose di coraggio, paura e senso del pericolo.
Il barrel riding (noto anche come tube riding) è probabilmente il Santo Graal del surf: è quel momento in cui il o la surfista entra nella parte più critica dell'onda e attraversa il tube, la galleria, con l'obiettivo di uscire dall'altra parte.
Una parete di cristallo, circolare, colore blu oceano: ecco cosa viene in mente alla maggior parte dei surfers quando pensano a Teahupo'o.
Curiosità: il punto esatto dove si trova Teahupo’o viene anche detto "End of the road", la fine della strada: questo perchè il villaggio si trova sulla punta meridionale di Tahiti ed è un'imperfezione geografica chiamata Tahiti-iti o Piccola Tahiti, e lì, letteralmente, la strada finisce. Una suggestione che rende ancora più speciale Teahupoʻo nell'immaginario degli appassionati di surf.
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A chi si addice l'onda di Teahupo'o?
Ora, un po' di tecnica. Poiché Teahupo'o è un break di sinistra, l'onda si stacca alla sinistra dei surfisti.
Questo significa che quando un surfista inizia a pagaiare per prendere l'onda, deve girarsi a sinistra per droppare. Ciò significa anche che i cosiddetti goofy footer sono più performanti in questa situazione perché, per predisposizione, preferiscono andare a sinistra.
Un goofy footer, nel gergo di chi usa le tavole (sia da surf che da snowboard), è un surfista che non ha una posizione "regolare", e pianta il piede sinistro in avanti e il destro indietro.
Un dettaglio da non sottovalutare, anche in ottica Parigi 2024, considerando che quest'onda è dunque adatta ai goofy come il campione Olimpico Italo Ferreira, il tre volte Campione del mondo Gabriel Medina e altre surfiste con esperienze Olimpiche, come la statunitense Caroline Marks e la brasiliana Tatiana Westo-Webb.
Tuttavia, non potremmo parlare di Teahupo'o senza menzionare la leggenda del surf e 11 volte Campione del mondo Kelly Slater. Il 50enne è uno dei pochi ad aver domato il gigante di Tahiti nel World Surf League (WSL) Championship Tour. Lo statunitense è l'unico ad aver realizzato tre manche perfette da 20, nel 2005, nel 2013 e nel 2016.
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