Bebe Vio Grandis, oltre i due bronzi di Parigi 2024 c'è di più: "La cultura Paralimpica sta andando avanti"

Di Lorena Encabo e Benedetto Giardina
7 min|
Un'atleta Paralimpica dell'Italia con la medaglia di bronzo dei Giochi Paralimpici di Parigi 2024 e la mascotte dei Giochi
Foto di 2024 Getty Images

Due bronzi, per i quali si dice "molto, molto felice" e ancora una volta, quel sorriso che travolge e coinvolge tutti, dalle compagne di squadra a chi segue le sue imprese in pedana.

Beatrice "Bebe" Vio Grandis ha salutato Parigi 2024 da plurimedagliata, ancora una volta, della spedizione italiana ai Giochi Paralimpici. Ma soprattutto, con la consapevolezza di aver veicolato un messaggio forte, rivolto a tutti e tutte.

"Il movimento Paralimpico sta crescendo molto", ha detto a Olympics.com l'azzurra della scherma Paralimpica, giunta terza sia nella finale individuale che in quella a squadre di fioretto femminile.

"Quante più persone ci sono - prosegue - tante più persone fanno sport e più si migliora tecnicamente. Il livello è altissimo e siamo molto felici che questa cosa stia accadendo. Penso che sia fantastico perché se questo cambiamento è possibile, è perché culturalmente qualcosa cambia. Se la cultura può cambiare e l’evoluzione della cultura Paralimpica sta andando avanti, è qualcosa che può davvero far cambiare idea alla gente. A partire dallo sport, per poi diffondersi nella mente delle persone".

Qualcosa che supera le medaglie, che supera i risultati ottenuti ai Giochi sia nell'individuale che in squadra. È sapere di poter essere l'ispirazione per un futuro atleta o una futura atleta, da casa o sugli spalti, quello che porta con sé da Parigi l'atleta giunta sei volte sul podio Paralimpico in carriera.

"Sappiamo di avere il potere di provare a dire qualcosa. Sappiamo che ogni punto qui, alle Paralimpiadi, potrebbe essere un punto con cui possiamo smuovere le persone, se un piccolo ragazzo con una disabilità sta guardando la televisione in quel momento specifico, guardando quel singolo punto. Possiamo letteralmente scuoterle e dire loro: 'Ok, lo sport è bello, è sano, è fantastico'. È qualcosa di così bello e vogliamo che quante più persone possibili si spingano un po’ di più".

Il bilancio di Bebe Vio Grandis dopo i Giochi Paralimpici di Parigi 2024: "Tutti avevamo il sogno di tornare a casa con una medaglia"

Ogni edizione dei Giochi Paralimpici fa storia a sé. Ed è per questo che il bilancio di Bebe Vio Grandis, al termine di Parigi 2024, è positivo. Anche senza confermare gli ori individuali di Rio 2016 e Tokyo 2020.

"È stato bello. Abbiamo concluso una Paralimpiade straordinaria. Sono molto, molto, molto felice per entrambe le medaglie". L'unico rammarico, se così si può definire, è "la semifinale della gara a squadre, perché stavamo quasi per farcela, per pochi punti. Ma con i se e con i ma non si va mai da nessuna parte. Siamo quindi molto felici di queste due medaglie".

"Ovviamente - prosegue - ogni atleta viene qui ai Giochi Paralimpici per cercare di prendere l'oro. Ognuno di noi vuole vincere quell’oro, ma solo una persona può farlo. È difficile non averlo, ma nel momento in cui sei lì, devi scegliere: vuoi andare a prendere la medaglia, oppure in quel momento vuoi perdere tutto e andartene? Ma tornare a casa con una medaglia o senza fa una grande differenza".

Per sé, indubbiamente, perché a livello individuale è salita sul podio in tre edizioni di fila dei Giochi. E poi per la squadra, quella che scende in pedana con lei e quella dietro le quinte, che l'ha aiutata a presentarsi a Parigi nel migliore dei modi possibili.

"È stata dura perché non ero nella migliore condizione fisica, né prima di Tokyo, né dopo Tokyo. È stato difficile, perché ci sono stati solo tre anni e ho passato più o meno due anni a fare interventi chirurgici e altro, per rendere il mio corpo abbastanza abile per arrivare qui. Quindi sì, è stato un periodo difficile, ma è stato fantastico. Il mio personal trainer, tutti i miei allenatori, il nutrizionista, tutti loro hanno reso tutto perfetto perché tutti insieme avevamo il sogno di venire qui e di tornare a casa con una medaglia".

Bebe Vio Grandis e i piani per il futuro: "Qualcosa sta cambiando, mi piace questo movimento"

E il futuro, cosa riserva a Bebe Vio Grandis?

"Sono vecchia (ride, ndr). No, dai, non sono così vecchia. Amo lo sport, voglio continuare a lavorare nell'ambiente dello sport. Mi piace troppo".

Le piace soprattutto per come si è evoluto il modo in cui il movimento Paralimpico viene percepito, al di fuori dei campi da gioco e dei palazzetti: "So di essere uno dei volti di questi Giochi Paralimpici e ne sono orgogliosa, perché sono un’atleta Paralimpica orgogliosa e mi piace far parte di questo movimento. Ma la cosa più bella è che prima della gara e durante le gare, non so se l'avete visto, ma c'era una folla di bambini che tifavano per l'Italia, bambini normodotati che tifavano per lo sport Paralimpico. Questo è il cambiamento. Questo è ciò che facciamo. Questo è il motivo per cui qualcosa sta cambiando".

"Il movimento Paralimpico - ribadisce - a partire da Londra 2012, ha visto gli atleti Paralimpici come degli eroi. A me non piace, perché siamo solo atleti. So che probabilmente all'inizio è stato diverso, ma una volta che siamo qui, in questo fantastico Grand Palais, è solo perché siamo atleti e vogliamo solo andare lì a tirare di scherma. Per ognuno di noi, per ogni sport".

Ed è un messaggio che l'azzurra diffonde anche quando non gareggia, sebbene non si consideri "un modello o una influencer". Tutt'altro, anzi: "Tutti i miei amici scherzano su di me, perché non so davvero come usare i social media. Mi piace fare le stories, solo perché è più semplice, ma per il resto sono pessima con i social. Quando andiamo ad eventi o cose del genere, sono sempre la persona che cade a terra o dice la parola sbagliata".

Ma questo non toglie nulla alla sua capacità di ispirare le persone, siano esse atleti o meno. E ogni vittoria, oltre che per lei, può diventare importante per molti altri.

"Ho la mia associazione no-profit in Italia, la Bebe Vio Academy e stiamo lavorando su molte cose. E così, una volta vinta una medaglia, sai che quella medaglia può essere un nuovo sponsor per l'associazione e questo può significare avere soldi per delle protesi per le persone disabili".

"Ogni azione ha una reazione - conclude - e noi vogliamo solo cercare di continuare ad avere delle buone reazioni".