Lanciarsi a testa in giù su una tortuosa pista di ghiaccio a velocità che sfiorano i 130 km/h: è questo lo skeleton. La campionessa olimpica Amy Williams ci racconta questo sport in maggior dettaglio.
“È uno sport che richiede la massima concentrazione, un’attrezzatura all’avanguardia e una sapiente miscela di fiducia in se stessi e coraggio per raggiungere i massimi livelli”, spiega Williams in “The Art Of Skeleton With Team GB”.
“Ma non solo: per arrivare in fondo servono anche potenza, equilibrio e precisione assoluta. È uno degli sport più spettacolari delle olimpiadi invernali”.
“Adrenalina e potenza: questo è lo skeleton”.
Insieme al bob e allo slittino, lo skeleton sarà uno degli sport più seguiti ai Giochi Olimpici Giovanili Invernali di Losanna 2020, in programma a gennaio.
Il tutto si svolgerà sulla pista sostenibile di St Moritz, la famosa località svizzera che ha dato i natali allo skeleton.
Scopriamo dunque uno sport dalla storia affascinante, con una tecnologia in continua evoluzione e, soprattutto, senza freni…
Olympic Channel trasmetterà in streaming 300 ore di azione dei 13 giorni di competizioni a Losanna con un canale dedicato ai GOG Invernali disponibile su olympicchannel.com, YouTube e dispositivi connessi come Amazon Fire, Apple TV, Android TV e Roku.
Ci saranno appuntamenti giornalieri in diretta carichi di azione con news, highlights, storie di tendenza e interviste in un format divertente e interattivo, tutto trasmesso su Facebook, Twitter e olympicchannel.com, oltre a un Podcast Olympic Channel giornaliero che prevede interviste con grandi personalità del mondo olimpico.
I tifosi potranno seguire la copertura di Olympic Channel anche su Facebook, Twitter, Instagram e YouTube per saperne di più sull’evento, mentre il calendario completo degli appuntamenti, compresi i dettagli sullo streaming online, può essere consultato qui.
Le gare di skeleton di Losanna 2020 si disputeranno a St Moritz il 19 gennaio (donne) e 20 gennaio (uomini).
Lo skeleton potrebbe essere definito “toboga/slittino estremo”.
Questa disciplina nacque nel 1882 quando i soldati britannici costruirono una pista a Davos (Svizzera): di fatto, dunque, lo skeleton è il più antico sport su slitta.
Tre anni dopo, a circa 30 km da Davos, fu costruita la famosa Cresta Run di St Moritz, da dove lo skeleton prese il volo.
Questa pista in ghiaccio naturale è considerata la culla delle gare di skeleton. Fu un certo Mr. Cornish ad adottare per primo la posizione a testa in avanti (prona) nel 1887.
Cornish si piazzò 14º al Grand National dello stesso anno, ma la sua tecnica fu utilizzata diffusamente dagli skeletonisti già dal 1890.
Il legame tra lo skeleton e la Cresta Run era così forte che questo sport fece la sua prima apparizione alle Olimpiadi Invernali solo nel 1928 e nel 1948, quando si tennero a St. Moritz.
Lo sport fu integrato a titolo permanente nel programma olimpico solo nel 2002 a Salt Lake City.
La reintroduzione di questa disciplina seguiva la sua espansione negli anni ‘80. I primi Campionati Mondiali di skeleton maschile si tennero nel 1982; quattro anni dopo fu introdotta la Coppa del Mondo, da disputarsi a cadenza annuale.
Le competizioni femminili fecero il loro debutto con la Coppa del Mondo del 1996 e i Campionati del Mondo del 2000.
Per quanto riguarda le medaglie olimpiche, gli Stati Uniti sono in testa con tre ori, quattro argenti e un bronzo, mentre la Gran Bretagna vanta tre ori, un argento e cinque bronzi.
Canada, Russia, Svizzera, Italia e Corea del Sud sono le uniche altre nazioni ad aver vinto l’oro.
Gli atleti che gareggeranno a Losanna 2020 sperano di seguire le orme della tedesca Jacqueline Lolling, che dopo aver conquistato l’oro ai Giochi Olimpici Giovanili Invernali del 2012 è diventata campionessa europea e mondiale a livello maggiore nel 2017. Un anno dopo, a Pyeongchang 2018, Lolling ha vinto l'argento.
Al contrario dello slittino e del bob, lo skeleton vede in gara un solo partecipante, che deve padroneggiare magistralmente la slitta per affrontare ogni curva del tracciato.
Aiutati da scarpe chiodate, gli atleti partono con una rincorsa e spingono al massimo la slitta per circa 25 metri prima di saltare a bordo.
Una volta distesi, affrontano la pista con movimenti estremamente precisi.
Con il mento a pochi centimetri dal ghiaccio, gli skeletonisti sterzano spostando attentamente il peso sullo slittino, premendo sugli angoli con le ginocchia e le spalle e toccando il ghiaccio con la mano in base alla direzione da seguire.
Tutto questo mentre avvertono una forza di 5G, pari a cinque volte quella di gravità.
Poiché la chiave di questo sport è la velocità, la slitta da gara deve rispettare criteri rigorosi.
Il peso totale tra atleta e slitta (comprese tutte le attrezzature) non deve superare 120 kg per gli uomini e 102 kg per le donne.
La slitta non deve comunque superare i 45 kg per gli uomini e i 38 kg per le donne.
Spesso si raggiunge il peso massimo consentito utilizzando zavorre, che però devono essere fissate alla slitta e non al corpo dell’atleta.
La slitta utilizzata nelle gare maschili e femminili deve essere lunga 80-120 cm e alta 8-20 cm.
Realizzate prevalentemente in acciaio con la base in fibra di carbonio, le slitte da gara più sofisticate possono costare oltre 10.000 dollari.
Poiché anche l’aerodinamica ha un ruolo fondamentale, le attrezzature da indossare hanno la stessa importanza della slitta.
Il casco, che copre anche il mento, viene indossato per ovvi motivi. Come indicato dalla Federazione Britannica Slittino e Skeleton, “deve avere una resistenza tale da proteggere il cranio durante l’impatto, ma deve essere anche leggero per non sovraccaricare l’atleta quando curva con una forza di 5G”.
Mentre le regole sulla sicurezza sono più rigide, c’è una maggiore libertà riguardo il design: a Pyeongchang 2018 si sono visti caschi spettacolari. Molti skeletonisti, tra cui il ghanese Akwasi Frimpong (sotto), sono stati ben contenti di dare sfogo alla creatività.
Le visiere dei caschi sono di vari colori e ogni atleta sceglie il più idoneo in base alle condizioni di luminosità della pista.
La tuta è leggera e aderente, mentre le scarpe chiodate consentono all’atleta di correre sul ghiaccio a inizio gara per prendere più velocità possibile.