Julio Velasco: il direttore d'orchestra dell'armonioso ensemble Italia · Pallavolo
Julio Velasco, allenatore della nazionale italiana di pallavolo femminile, ha guidato le azzurre a un traguardo storico: la prima semifinale Olimpica nella storia del movimento italiano tra le donne.
Questo risultato rappresenta un significativo passo avanti per una squadra che ha sempre mostrato talento ma ha spesso faticato a superare i momenti decisivi nel contesto a cinque cerchi.
Il suo approccio equilibrato e la sua capacità di gestire la tensione sono stati fondamentali in questa impresa ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.
La sua filosofia di gioco, basata sulla serenità e sulla concentrazione, ha permesso alle giocatrici di superare, in questa edizione, avversarie di grande livello e con risultati netti.
Subito dopo il match del 6 agosto, che ha aperto all'Italia le porte della semifinale, Velasco ha riflettuto sul percorso: "Ogni partita ha la sua storia. Non mi aspettavo un 3-0 con la Türkiye e non mi aspettavo un 3-0 oggi con la Serbia".
Il suo impegno nel preparare le atlete mentalmente e tecnicamente ha dimostrato che la fiducia e la calma sono ingredienti essenziali per il successo.
- Pallavolo maschile: Italia - Francia sarà la semifinale a Parigi 2024
- L'Itavolley femminile supera 3-0 i Paesi Bassi a Parigi 2024
- Pallavolo maschile: gli azzurri affronteranno il Giappone nei quarti di finale
- Pallavolo: tanta Italia e possibili derby in campo e sulle panchine della squadre protagoniste a Parigi 2024
Julio Velasco: "L'Italia ha una squadra per aspirare a prendere una medaglia"
Velasco ha anche evidenziato l'importanza del gruppo rispetto alle individualità: "Boskovic è una giocatrice straordinaria e la Serbia ha perso 3-0, ci vuole la squadra".
Il ct argentino ha sottolineato quanto sia fondamentale affrontare ogni partita con il giusto approccio mentale: "Di alcune cose ne parliamo, individuali soprattutto. Però non bisogna pensare solo all’avversario. Bisogna anche pensare al nostro gioco, altrimenti uno si aspetta che si faccia quello che si è studiato, ma se dopo non succede, fai fatica a cambiare perché si va con un’idea rigida dal punto di vista tattico".
Velasco ha abituato per il suo carisma e la sua capacità di traghettare una squadra con parole semplici ma incisive: "Nell’ultimo time out ho detto soprattutto che non era finita. Ho detto 'ci ricordiamo di quello di cui parliamo sempre, qui e ora? Non guardiamo il tabellone, non guardiamo che manca un punto. Bisogna farlo quell’ultimo punto'".
Quel 25esimo punto ha portato l'Italia alla semifinale Olimpica, dove le azzurre incontreranno nuovamente la Türkiye. Ma sarà un'altra storia, il 3-0 della fase a gironi, ora, è passato: "L’ho detto quando è finita la partita. Loro hanno giocato male contro di noi, quindi io mi aspetto che loro giochino molto meglio, per cui sarà una partita completamente diversa e molto difficile".
E l'indicazione che sarà un match da giocare da zero è arrivata dal quarto di finale che la nazionale di Daniele Santarelli ha vinto contro la Repubblica Popolare di Cina. "Non solo perché Vargas è in forma, perché ha giocato uno straordinario quarto di finale, ma tutta la squadra sta giocando meglio e, secondo me e secondo con noi, quando uno perde, ha poco da perdere. Insomma, l’Italia che ha vinto 3-0, dà loro tranquillità".
In questo contesto, Velasco sa che ogni dettaglio può fare la differenza e che la vera sfida è mantenere la concentrazione e la determinazione fino all'ultimo punto.
- Pallavolo maschile: esordio vincente per gli azzurri del volley contro il Brasile
- Pallavolo maschile: tutto facile per Giannelli e compagni con l'Egitto
- L'Italia vince sul Giappone e vola in semifinale a Parigi 2024
- Tre su tre per l'Italia maschile di pallavolo: 3-1 contro la Polonia Campione d'Europa
- La ricetta dell'Itavolley maschile per tornare in una semifinale Olimpica
La forza della tranquillità: la chiave del successo delle azzurre del volley per stemperare la tensione
Ha poi aggiunto: "Abbiamo sofferto un po' all'inizio soprattutto, perché alcune giocatrici erano tese. Battuta e ricezione sono due fondamentali che hanno bisogno di tranquillità. Però io ho detto loro di non viverla male, perché è normale".
Una volta rassicurate dal loro ct, le azzurre hanno preso il largo: "Piano piano si sono tranquillizzate. Alcuni cambi hanno funzionato e poi, una volta trovata la tranquillità, abbiamo giocato meglio".
La tensione può essere solo una nemica in campo, e Velasco spiega il perchè: "Quando uno è rigido muscolarmente, la palla rimbalza male. Inoltre, la grinta non serve in ricezione. Serve in difesa, in attacco. In ricezione no, bisogna essere molto, molto rilassati perché altrimenti non si fanno i movimenti ben coordinati, soffici. Poi la palla rimbalza su un muscolo duro, rimbalza come se fosse su un osso".
La capacità di adattarsi, di leggere la partita, comprendere le difficoltà e virare la rotta: sono tutti aspetti che Velasco considera salienti per la costruzione della vittoria: "Myriam [Sylla], per esempio, che ha iniziato tesa in ricezione, poi avrà finito con 71%. Non so esattamente, ma una percentuale altissima. Quindi vuol dire che durante la partita si è tranquillizzata. È importante la capacità di adattarsi sul come va la partita".
Con la sua guida, Velasco ha portato la nazionale italiana nella storia. La semifinale rappresenta l'inizio di un nuovo capitolo per il movimento pallavolistico italiano, un capitolo scritto con la calma, la strategia e l'adattabilità che il ct ha saputo infondere nelle sue giocatrici.