Breaking news. Il bronzo ai Giochi Olimpici Giovanili, Yell: l'artista "senza limiti "
La bgirl coreana Yell si sta facendo strada nel breaking dimostrando le sue abilità sulla scena mondiale. A Olympics.com racconta della sua disabilità uditiva, delle sfide che deve affrontare, dell'importanza di Parigi 2024, e conferma "senza limiti è un'espressione che mi identifica".
Kim Yeri, della Repubblica di Corea, conosciuta anche come bgirl Yell, non ha avuto tentennamenti quando ha lasciato la scuola per diventare una professionista del breaking all'età di 17 anni. Voleva solo dedicarsi alla cosa che ama.
Da allora, la sua carriera nella break dance ha avuto sempre più riconoscimenti, come la medaglia Olimpica Giovanile seguita dal titolo Redbull BC One Cypher Korea 2019, e un posto in rappresentanza della Repubblica di Corea alla finale mondiale Redbull BC One di Mumbai 2019.
Nel 2021 è diventata una star televisiva dopo essere stata l'unica bgirl in una serie TV di gare di ballo chiamata Street Woman Fighter, uno dei più grandi successi dell'anno nella patria del K-pop.
Un vero esempio di 'artista senza limiti'
"Senza limiti è un'espressione che mi rappresenta. Voglio fare ciò che amo senza limiti", ha spiegato Yell, che ha iniziato a usare gli apparecchi acustici a nove anni dopo che all'età di tre anni le è stata diagnosticata una disabilità uditiva.
Quando la medaglia di bronzo YOG 2018 ha deciso di diventare una ballerina professionista e lasciare la scuola superiore, sono state tante le difficoltà da affrontare in quella fase. Eppure, non cita mai la sua disabilità uditiva quando parla dei momenti più complicati.
"Certo, ho affrontato molte situazioni impreviste mentre usavo gli apparecchi acustici, ma la mia disabilità uditiva non può fermare la mia carriera di bgirl.
"Posso ancora ascoltare musica, voci e altro attraverso i miei apparecchi acustici, ma non qualcosa di più dettagliato come gli accompagnamenti musicali.
"Capita che le batterie si scarichino durante una competizione. La cosa peggiore mi è successa quando un DJ ha suonato un brano musicale sconosciuto proprio in quel momento".
Yell non è l'ultima arrivata quando si tratta di trovare un ritmo musicale: durante la sua infanzia ha suonato diversi strumenti tra cui pianoforte, violino e armonica.
"Penso che quelle esperienze mi abbiano aiutato molto. Quando non riuscivo ad ascoltare la musica a causa di problemi con i miei apparecchi acustici, riuscivo comunque a ballare al ritmo, anche se mi arrivava sottoforma di piccoli rumori.
"Ho anche provato a immaginare la musica nella mia testa. La cosa bella è che quando poi mi capitava di controllare le clip delle mie esibizioni, fortunatamente la maggior parte delle volte avevo il ballo giusto per quella musica".
Il primo e l'ultimo ballo ai YOG
Nell'estate 2017, dopo aver lasciato la scuola, la 22enne è venuta a sapere che i breaker venivano selezionati per rappresentare la Repubblica di Corea ai Giochi Olimpici Giovanili del 2018.
"Pensavo che le Olimpiadi fossero fuori dalla mia portata. Non avevo nemmeno ottenuto grandi risultati a livello nazionale fino a quel momento.
"Ma uno della mia crew i mi ha fatto notare che sarebbe stata la mia unica possibilità [i Giochi sono per atleti di età compresa tra i 15 e i 18 anni]", ha continuato la bgirl, nata nel 2000 e che ha iniziato a ballare all'età di 14 anni.
"Ho acquisito fiducia, in particolare dopo le qualificazioni asiatiche. È stata la mia prima esperienza di confronto con breaker internazionali della mia stessa età, quindi mi sentivo come se potessi battere chiunque - a parte bgirl Ram (Ramu Kawai) che gareggiava da oltre 10 anni".
Come previsto da Yell, Ram ha vinto l'oro a Buenos Aires. Yell ha portato a casa il bronzo mentre la canadese Emma Misak ha vinto l'argento.
Parigi 2024: speranze di un futuro migliore per la break dance
Nel 2020, la break dance è diventata uno sport Olimpico ufficiale.
"Quattro anni fa, una folla enorme si è radunata per guardarci [nel quartiere di Puerto Madero a Buenos Aires]. Molte persone erano lontane dal palco, mi chiedevo se fossero riuscite a vedere le nostre esibizioni, eppure erano là.
"In quel momento, ero sicura che il breaking sarebbe entrato presto nel programma Olimpico".
C'è ancora un vivace dibattito tra i breaker sull'opportunità o meno di competere alle Olimpiadi.
"Io voglio essere sul palco Olimpico perché aiuterà a sensibilizzare l'opinione pubblica [sullo sport]. La competizione del breaking di Parigi 2024 sarà trasmessa in tutto il mio paese, e molte persone cominceranno a riconoscere il Team Korea, anche per le strade ."
Crede anche che la competizione aprirà più porte agli atleti, sia in termini di carriera che di condizioni lavorative.
"Siamo stati spesso invitati a festival organizzati da scuole ed enti locali. È qualcosa di cui sono davvero grata, ma allo stesso tempo ho capito che molte persone non sanno ancora molto dei palchi [su cui ci esibiamo], come strade asfaltate, cantieri e pavimenti di vetro.
"Come breaker siamo molto sensibili alle condizioni del pavimento e non è così facile spiegare queste cose agli organizzatori. Ecco perché mi piacerebbe diventare più popolare per tutelare i diritti dei ballerini.
"Parigi 2024 sarà la chiave di questa missione. Ovviamente spero di vincere una medaglia, ma soprattutto voglio essere parte di momenti Olimpici memorabili".