Il sogno di Alberta Santuccio, sull'altare con la medaglia di Parigi 2024: "Vincere ai Giochi Olimpici è ciò per cui viviamo" | Scherma
Bronzo a squadre a Tokyo 2020 e argento ai Mondiali di Milano, Alberta Santuccio vuole compiere il grande salto a Parigi 2024, a pochi mesi dal suo matrimonio con Francesco. A Olympics.com racconta le sue emozioni per l'anno che è appena iniziato e le sue aspettative per il torneo Olimpico di scherma.
Una laurea, un anello e una medaglia. O forse due? Alberta Santuccio non intende porsi limiti, dopo un 2023 che l'ha vista mettersi al collo due argenti ai Mondiali di scherma 2023 di Milano.
Il 2024, però, non sarà un anno come gli altri. Sarà il primo anno da dottoressa, sarà l'anno del suo matrimonio con Francesco, ma soprattutto sarà l'anno di Parigi 2024.
L'inseguimento ai prossimi Giochi Olimpici è già iniziato e va avanti, con un appuntamento già a calendario a fine dicembre a Doha, in Qatar. Il volo per la Francia non è però l'unico obiettivo.
"Una medaglia Olimpica è il coronamento di un sogno, viviamo per questo", ha raccontato la spadista catanese a Olympics.com. "Arrivare a prendere una medaglia è il traguardo più bello per un atleta. A Tokyo 2020 ero già contenta di partecipare, ma poi quando ho preso la medaglia ho pensato, 'ecco, questo è bello'. È indescrivibile".
Nel 2021, al suo esordio Olimpico, ha vinto il bronzo a squadre. A Parigi 2024 punta più in alto. Per coronare i passi in avanti fatti negli ultimi tre anni e per portare sull'altare qualcosa in più dei soliti anelli.
Il primo passo: la laurea in psicologia e l'aiuto nello sport
Come in tante storie di vita vissuta, c'è un prima e un dopo nella carriera di Alberta Santuccio.
Un passaggio obbligato, dalle vittorie giovanili al salto tra i grandi, dove però i risultati faticavano ad arrivare. Poi qualcosa è cambiato: "Ho iniziato l'Università nel periodo della pandemia ed era un periodo un po' buio della mia carriera, il 2021 è stato l'anno della svolta, già da prima dei Giochi Olimpici. Tra gli studi che andavano bene e i risultati c'è stato proprio uno switch".
Le prime medaglie ne sono la prova. Tutte a squadre, a Tokyo 2020, ai Mondiali del 2022 e ai Giochi Europei del 2023, fino all'argento individuale nella spada ai Mondiali di Milano, lo scorso luglio.
E in quel periodo, conciliare studio e sport non è stato affatto un problema. Anzi: "Lo studio mi ha sempre aiutato nello sport, riusciva a distogliere l'attenzione durante le giornate facendomi pensare anche ad altro".
"Anche a livello psicologico - prosegue - a volte mi sono trovate in una fase della vita in cui non ero soddisfatta e non mi reputavo all'altezza. Iniziando un altro percorso, ho scoperto che Alberta poteva essere anche altro. Anche la soddisfazione di passare un esame era diversa rispetto a quella di una gara, ma è servita per la mia autostima".
A novembre, è arrivata la grande soddisfazione della laurea in Scienze e tecniche psicologiche, con 110 e lode. Sempre con lo sport al centro di tutto: "La mia tesi è stata sul burnout nell'ambito sportivo. Ad oggi, la salute mentale deve essere allenata e tenuta d'occhio alla stessa stregua di quella fisica. Mi sono trovata ad affrontare un percorso psicologico perché ne sentivo il bisogno, in quel periodo di transizione. Tutti gli atleti penso che attraversino momenti bui e non devono avere timore o vergogna nel dire di aver bisogno di una mano. Nel momento in cui lo riconosci, sei già più forte".
L'obiettivo più grande: Parigi 2024 per ripetersi dopo il Mondiale di scherma
Anche in questo la spadista classe 1994 ha trovato la sua forza. Non è un caso, d'altronde, se in quel periodo la sua carriera ha preso un'altra piega.
Il primo banco di prova è stato proprio quello Olimpico, a Tokyo: "Lì non ero ancora riuscita a trovare la consapevolezza dentro di me. Sapevo di averla, l'avevo dimostrato in precedenza, ma c'ho messo un po' per ritrovarmi".
Poi sono arrivati i Mondiali e Milano è stata una sorpresa su tutti i fronti: "Milano è stata intensa, il tifo è stato bellissimo e a volte non ci siamo abituate. Inizialmente mi aveva anche un po' intimorito, ma poi mi ha dato la carica. Mi auguro che a Parigi, anche se siamo in Francia, possano esserci tifosi italiani. Ma non ci faremo buttare giù".
Anche perché c'è voglia di rivalsa con la squadra femminile di spada, dopo la finale iridata persa in rimonta: "Ci abbiamo creduto fino alla fine, eravamo ad un passo. Purtroppo le cose non sempre possono andare per il meglio, non è colpa di nessuna, ma questo ci ha lasciato l'amaro in bocca per prendere qualcosa in più, speriamo nell'anno che verrà".
Un obiettivo fisso in mente. Un doppio obiettivo, in verità. Da un lato c'è una squadra affiatatissima, con Rossella Fiamingo, Mara Navarria e Federica Isola, un gruppo in cui "tutte ci fidiamo l'una dell'altra", oltre ad essere anche amiche fuori dalla pedana: "Abbiamo un bellissimo rapporto, con Rossella siamo cresciute insieme e sin dalle prime gare siamo state in camera insieme, nella vita quotidiana ci sentiamo e usciamo. Anche con Chicca e Mara c'è un bellissimo rapporto e questo è un punto di forza della nostra squadra".
Dall'altro c'è la voglia di fare l'ultimo passo anche a livello individuale: "Mi sto allenando con tutta la determinazione possibile e col mio maestro, abbiamo entrambi un obiettivo e non vogliamo rimpianti".
Per questo, i due argenti di Milano possono essere benzina su una fiamma che arde. Specie quello a squadre: "Abbiamo rivisto quel match, abbiamo capito gli errori di tutte noi perché tutte potevamo fare qualcosa in più, senza puntare il dito verso nessuno. Fuori dalla pedana ci siamo abbracciate, ci siamo dette che abbiamo vinto una bellissima medaglia... e che avremmo vinto l'oro in un'altra occasione".
Quale occasione migliore di Parigi?
Fuori dalla pedana: il matrimonio con Francesco dopo i Giochi
Non c'è solo la scherma, però, così come non c'è solo lo studio. Nella vita di Alberta Santuccio c'è spazio anche per un'attesa durata 13 anni.
Quella della proposta di matrimonio che il suo fidanzato, Francesco Aragona (con un passato da schermidore nella sciabola), ha fatto giusto pochi mesi fa.
"Siamo andati in una vigna a Frascati", racconta il bronzo Olimpico di Tokyo, "era un giovedì, io ero a dieta e non volevo andare, ma l'ho accontentato".
Il sospetto è stato immediato: "Lui è uno che parlerebbe pure con le mattonelle, all'arrivo aveva solo un sorrisino stampato in faccia. Stiamo insieme dal 2010, era così agitato da tutto che la proposta è stata immediata. Con la scusa di una foto, io mi sono posizionata e l'ho visto inginocchiato... ho iniziato a saltare, è stato bellissimo".
"Quel giorno eravamo talmente contenti da avere gli zigomi doloranti per i sorrisi".
"Ci ha messo un po' per farmi la proposta proprio perché sapeva che i Giochi sono l'obiettivo principale del 2024, infatti ci sposeremo ad ottobre".
Sull'altare, però, Alberta conta di non portare solo gli anelli. Magari, al momento del sì, ci sarà anche una medaglia.
"Ma perché non due medaglie?", conclude. "A quel punto, le porterei ovunque".