Mestruazioni e sport femminile: le atlete professioniste vogliono rompere i tabù sul ciclo mestruale

Di Julie Trosic e Benedetta Acri
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Benedetta Pilato - oro mondiale 2022
Foto di 2019 Getty Images

Se i Giochi Olimpici di Parigi 2024 saranno i primi a raggiungere la totale parità di genere a livello di partecipanti, negli ultimi anni sono stati compiuti altri passi avanti nel campo dell'uguaglianza nello sport. Nuovi eventi misti, maggiore visibilità per le competizioni femminili, più allenatori e arbitri donne ai massimi livelli...

Tuttavia, c'è un argomento che fatica a farsi strada: le mestruazioni.

A ragione, sempre più atlete si sono aperte su questo importante aspetto ciclico della loro vita di donne e hanno cercato di rompere il tabù.

Dopo la testimonianza senza mezzi termini della nuotatrice della Repubblica Popolare di Cina Fu Yuanhui ai Giochi Olimpici di Rio 2016, molte atlete d'élite hanno dato voce alla loro esperienza sull'argomento ancora proibito delle mestruazioni.

"In effetti, le mestruazioni sono iniziate ieri sera", ha dichiarato la nuotatrice cinese all'emittente cinese CCTV dopo aver mancato il podio nella finale della staffetta 4x100m femminile. "Quindi mi sento molto debole e molto stanca. Ma non è una scusa. In fin dei conti, non ho nuotato molto bene."

Sebbene i sintomi legati all'arrivo delle mestruazioni varino da una donna all'altra, questo problema femminile ha iniziato a manifestarsi in modo generalizzato.

Quando le atlete sanguinano: di mestruazioni si deve parlare

"Pratico sport ad alto livello da più di 10 anni e per la prima volta l'anno scorso mi è stato chiesto di parlare delle mie mestruazioni", ha spiegato la campionessa Olimpica di pallamano Estelle Nze Minko sul sito web dell'associazione Règles Élémentaires nel 2020.

Pochi mesi prima del suo doppio trionfo ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 (-63 kg e squadra mista), la judoka Clarisse Agbégnénou è diventata ambasciatrice di un marchio di biancheria per le mestruazioni 100% francese, nel tentativo di sfatare il tabù che le circonda. Per l'atleta è necessario affrontare le specificità dello sport femminile, in particolare le mestruazioni e la questione sanitaria legata ai dispositivi indispensabili per le donne in età fertile.

"Come persona che ha praticato il judo in un kimono bianco, è complicato", ha detto a France Info.

In uno sport come il golf, dove è importante non perdere la calma, la neozelandese Lydia Ko ha parlato dei suoi dolori e tensioni mestruali durante il Palos Verdes 2022 Championship. "Quando ero più giovane l'avrei trovato imbarazzante, ma ora non credo lo sia parlarne perché non sono l'unica, no?".

Per sdoganare l'argomento, la pattinatrice artistica Maé-Bérénice Méité ha fatto testimoniare sul tema diverse atlete sul suo canale YouTube. La statunitense Ashley Cain-Gribble nella stessa disciplina, la marocchina Assmaa Niang (judo), le francesi Youna Dufournet (ginnastica artistica) e Jessika Guehaseim (lancio del martello e rugby) hanno confermato che nessuna sportiva fa eccezione alla regola...

Anche le atlete italiane hanno fatto sentire la propria voce sulle mestruazioni

Ovviamente, sono diverse le atlete azzurre che si sono unite alla causa per la corretta visibilità delle mestruazioni e che hanno affrontato nel corso degli anni il problema della percezione di questo argomento e il suo impatto sulle prestazioni sportive.

La campionessa Olimpica Federica Pellegrini il 29 settembre 2022 si è vista conferire dall'Università San Raffaele di Roma la Laurea Honoris Causa in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate e la Lectio Magistralis è stata proprio sull'argomento che la nuotatrice ha affrontato direttamente, ed è stata tra le prime, mentre era in attività. Il titolo, infatti, era La donna e la performance sportiva: come il ciclo mestruale può influenzare la prestazione.

Le nuotatrici sono tra le sportive che più vengono condizionate dalle mestruazioni e infatti sono state le atlete che ne hanno parlato apertamente più spesso. Pellegrini è stata tra le prime ad affrontare il tema alle Olimpiadi di Rio 2016, quando parlò della sua prestazione insoddisfacente spiegando che aveva sbagliato a calcolare l'arrivo del ciclo. "Abbiamo capito che la causa è stata la vicinanza al ciclo. L’ho calcolato malissimo e mi sono trovata a gareggiare nel momento per me peggiore fisicamente: mi sentivo come su un’altalena, con cali e stanchezze repentine. Ma non è una scusa, è un aspetto che ho sottovalutato."

Più recentemente, Benedetta Pilato, nonostante l'oro vinto ai Mondiali di Budapest 2022 nei 100 rana, ha spiegato che il tempo non era il migliore che poteva ottenere proprio perché era nella fase premestruale. "Il giorno della finale dei 100 rana ero in pre-ciclo e non stavo bene. Non è un tabù per me, io ne parlo tranquillamente. Noi donne rispetto agli uomini abbiamo un problema in più, è giusto dirlo. Gli uomini devono essere in forma e dipende tutto da loro, noi donne abbiamo delle condizioni fisiche che non possiamo controllare e nella maggior parte dei casi il ciclo un po’ ci destabilizza. Influenza le nostre prestazioni, non possiamo essere sempre al top come gli uomini. Al mio allenatore ho chiesto di portarmi gli assorbenti da Taranto."

Ogni atleta vive le mestruazioni in modo differente, e le affronta a modo suo.

La ginnasta medaglia Olimpica Vanessa Ferrari ha raccontato di aver affrontato la questione della regolarità del ciclo attraverso l’uso di anticoncezionali, spiegando: "Prendo la pillola perché il ciclo sia regolare, lo sport che faccio influenza negativamente la regolarità e potrebbero passare mesi e mesi senza che mi vengano. Ma non cerco in alcun modo di modificarlo."

Di tutt'altra esperienza la fiorettista Elisa Di Francisca, che racconta di non aver mai accusato particolari conseguenze dovute ale varie fasi del ciclo mestruale: "Non penso che incida così tanto sulla prestazione".

Era ora. Le regole stanno finalmente cambiando in meglio!

Le mestruazioni hanno guadagnato terreno anche negli sport di squadra. Grazie all'attaccante britannica Beth Mead, che ha dichiarato che il bianco "non è pratico quando è il momento del ciclo", diverse squadre hanno potuto giocare in pantaloncini blu ai Mondiali di calcio femminili del 2023.

Anche la squadra irlandese di rugby ha potuto indossare i pantaloncini blu per il Torneo Sei Nazioni femminile 2023.

Sempre nel 2023, alcune sportive hanno iniziato a indossare, durante le gare e gli allenamenti, degli adesivi rossi di forma circolare per comunicare di essere in quei giorni e normalizzare la questione. La campagna #SportYourPeriod è stata guidata dalla giocatrice di beach volley canadese Brandie Wilkerson e dall’azienda di biancheria intima Knix.

Altre atlete, come la giocatrice di rugby statunitense Ilona Maher e la triatleta britannica Emma Pallant-Browne, hanno affrontato il tema e cercano di sensibilizzare il pubblico su come le mestruazioni, e lo stigma che le circonda, influiscono sugli sport femminili in generale.

Maher ha condiviso su Instagram e TikTok il video della campagna. “Essere attiva mi ha dato fiducia e mi ha insegnato ad apprezzare il mio corpo. Non riesco a immaginare di smettere a causa di qualcosa che è così naturale per me.”

Pallant-Browne, ​​che ha sanguinato visibilmente durante una gara all’inizio del 2023, ha condiviso su Instagram una foto di se stessa mentre indossa il cerotto mestruale. “Mettendo l’adesivo rosso per comunicare che ho le mestruazioni mentre pratico lo sport che amo voglio incoraggiare ogni ragazza a sentirsi sicura ogni volta che desidera fare attività fisica”.

Pochi mesi dopo, a Wimbledon, le tenniste furono autorizzate a indossare biancheria intima colorata per la prima volta nella storia del torneo, 146 anni dopo la sua istituzione.

Più in generale, la lottatrice brasiliana Aline Silva si sta battendo anche fuori dal ring per migliorare la parità di genere nello sport attraverso la sua associazione Mempodera. L'organizzazione ha pubblicato un post su Instagram per promuovere l'accesso gratuito alle protezioni sanitarie, in un Paese colpito dalla povertà.

"Che possibilità diamo alle ragazze e alle donne se perdono diversi giorni di produttività al mese a causa del ciclo mestruale?", si è interrogata sul sito Universo Online.

Rompere i tabù sulle mestruazioni studiando il ciclo mestruale delle atlete

Dal 2021, il programma Empow'Her, gestito dall'Istituto Nazionale Francese per lo Sport, la Competenza e la Performance (INSEP), studia l'impatto della fisiologia femminile sulle prestazioni delle atlete di alto livello. Riassunto dalla giornalista Fanny Rosselin attraverso le testimonianze della ricercatrice Juliana Antero e della triatleta Audrey Merle, ha l'obiettivo di produrre conoscenze scientifiche su un tema che presenta grandi lacune, sostenendo al contempo queste sportive.

Come? Raccogliendo vari tipi di dati tramite un'applicazione di tracciamento: quando si allenano, quando si svegliano, la loro forma fisica, il loro benessere e gli eventuali sintomi mestruali.

Aumento della fatica, dolore, crampi, problemi digestivi o gonfiore... Questi sono alcuni dei sintomi che le atlete possono manifestare, anche se sono molto variabili e specifici per ogni sportiva. Anche se questi sintomi non sono "invalidanti", le misurazioni dimostrano che influiscono sulla qualità dell'allenamento.

"Non è dimostrato che le mestruazioni riducano le prestazioni di un'atleta, a meno che non abbia problemi, come un ciclo molto doloroso", spiega Carole Maître, ginecologa dell'INSEP, che ha pubblicato un documento dettagliato sull'argomento.

In concreto, il programma Empow'Her ha contribuito a liberare la discussione nello sport di alto livello su un argomento che è sempre stato un tabù, a causa della mancanza di informazioni sull'argomento. Secondo Juliana Antero, più l'argomento viene recepito, meno "proibito" sarà.

Secondo la rivista Les Sportives, diverse federazioni francesi hanno partecipato allo studio INSEP, che ha coinvolto 80 atlete nel 2022.

Infine, mentre l'obiettivo finale del programma Empow'Her è quello di aiutare le atlete francesi e non a domare le mestruazioni in vista dei prossimi Giochi Olimpici, gli scienziati coinvolti sperano che Parigi 2024 non segni la fine di un ciclo...