"Tutto ciò che fa è correre, mangiare e dormire", dice l'allenatore di Kelvin Kiptum, Gervais Hakizimana, a proposito del nuovo detentore del record mondiale di maratona.
Il corridore keniota ha frantumato il record del connazionale Eliud Kipchoge, medaglia d'oro Olimpica a Rio 2016 e Tokyo 2020, di 34 secondi alla recente Maratona di Chicago 2023.
Allenamento, alimentazione e sonno sono i momenti chiave della routine quotidiana della maggior parte dei maratoneti. La natura quasi ossessiva del regime di Kiptum ha persino fatto preoccupare il suo allenatore, temendo che la stella africana stia spingendo troppo.
"È molto forte e svolge tutti gli allenamenti in modo corretto. È nei suoi anni migliori, ma a un certo punto temo che si infortuni", ha dichiarato Hakizimana in un'intervista all'AFP.
Qual è dunque il regime di allenamento che ha permesso al 23enne con appena tre maratone all'attivo di battere il record mondiale di una vera e propria leggenda?
Secondo Hakizimana, è tutta una questione di chilometri.
Quanti chilometri corre Kelvin Kiptum a settimana?
Kiptum è stato perlopiù un corridore autodidatta. Tuttavia, negli ultimi tempi è stato affiancato dal ruandese Hakizimana, anch'egli ex corridore che conosce l'atleta fin da quando era bambino.
"Lo conosco fin dall'infanzia, quando mi allenavo vicino alla loro fattoria nel 2009", ha detto Hakizimana a Capital FM Kenya. "Di solito si univa a me".
"Ci siamo incontrati di nuovo nel 2015, quando stavo lottando contro gli infortuni, pensando di appendere gli scarpini al chiodo. Mi chiedeva consigli su come allenarsi e io gli inviavo i programmi di allenamento dalla Francia, dove allenavo altri atleti".
Dall'inizio del 2023, il rapporto tra i due si è trasformato in un legame più formale tra allenatore e atleta, con Hakizimana presente sulla linea del traguardo di Chicago e pronto a salutare Kiptum nel momento in cui ha stampato l'incredibile tempo di 2 ore e 35 secondi.
Tuttavia, è stato ciò che l'allenatore ha rivelato dopo la gara a far parlare di sé, soprattutto se paragonato a Kipchoge, il più grande maratoneta di tutti i tempi.
"Ogni settimana, Kipchoge percorre tra i 180 e i 220 chilometri. Kiptum ne percorre tra i 250 e i 280, a volte più di 300 km. È un'avventura".
"Durante la preparazione per la gara di Londra, abbiamo trascorso tre settimane a più di 300 km. È un volume molto elevato. Lavora molto sulla resistenza".
LetsRun.com ha rivelato maggiori dettagli, basandosi su informazioni tratte da una trascrizione della conversazione dell'AFP con Hakizimana.
Il lunedì, il mercoledì e il venerdì prevede fino a 40 km di corsa suddivisi in una sessione mattutina di 25-28 km e una pomeridiana di 12 km.
Il martedì viene trascorso in pista, dove affronta le tanto temute sessioni di fartlek, ormai quasi universalmente riconosciute come fondamentali per le prestazioni nella maratona.
Il sabato può includere sessioni in pista o su strada, mentre il giovedì e la domenica Kiptum completa 40 km a ritmo di maratona.
L'aspetto forse più significativo di tutti? Non ci sono giorni di riposo.
"Non c'è riposo settimanale. Lo fa solo quando è stanco. Se per un mese non mostra segni di stanchezza o dolore, continua", spiega Hakizimana.
È un approccio convenzionale? No. È stato efficace? I risultati parlano da soli.
Per quanto tempo Kiptum potrà sostenere un regime di allenamento così estenuante?
Mentre i maratoneti sono noti per l'utilizzo di diversi metodi di allenamento, con Kipchoge che sostiene un regime 80/20 fatto per l'80% di corse facili e il 20% di corse dure, molti si opporrebbero all'approccio non-stop che Kiptum sta adottando.
Tra questi, anche il suo allenatore.
"A questo ritmo rischia di farsi male", dice Hakizimana. "Gli ho suggerito di abbassarlo, ma non vuole. Mi parla sempre dei record mondiali. Gli ho detto che tra cinque anni sarebbe finito. Deve calmarsi per durare nell'atletica".
Kiptum ha però preso l'abitudine di andare controcorrente nella sua carriera appena iniziata. A differenza della maggior parte dei maratoneti, non ha un passato in pista, ma ha iniziato direttamente alle distanze più lunghe. Inoltre, ha trascorso anni ad allenarsi da solo. Kipchoge, invece, lavora con un allenatore, corre in gruppo e vede la gara come uno sport di squadra.
Sebbene la longevità sia impossibile da prevedere in uno degli eventi più impegnativi dell'atletica leggera, è innegabile che questa sia una delle epoche più emozionanti nella storia di questa distanza.
Forse è giunto il momento per noi tifosi di sederci e goderci il momento, cosa che Kiptum non farà tanto presto.