Irma Testa, a Parigi 2024 per scrivere ancora la storia del pugilato femminile: "Ma so che una vittoria non è solo mia" · Intervista esclusiva

Di Benedetto Giardina
9 min|
Irma Testa
Foto di EG2023 Krakow-Malopolska

Ci sono modi diversi per fare la storia, in uno sport. Vincere, sicuramente. Dare l’esempio, in campo e fuori. Oppure essere un’ispirazione per chi ti guarda.

Poi c’è chi è la storia. E non lo è per sé stesso, ma per tutto un movimento.

Irma Testa è la storia della boxe italiana, perché il bronzo ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 ha aperto la strada ad una generazione di donne pugili, tutte con una storia diversa da scrivere.

È un po’ come quando Thierry Henry, storico calciatore della Francia e oggi allenatore dell’Under 21 francese, descrisse le sue sensazioni dopo aver chiuso un’intera stagione in Premier League da imbattuto con l’Arsenal: “Se qualcuno dovesse farlo di nuovo, noi saremo ancora i primi ad averlo fatto. Quindi sarà qualcosa che rimarrà nella storia”.

Ecco: il risultato della pugile di Torre Annunziata è esattamente questo per chi sale sul ring con i colori dell’Italia. Ha dato a tanti l’ispirazione per puntare a essere come lei, ma anche la certezza che la strada verso questo sogno l’ha aperta proprio lei.

A Parigi 2024, però, c’è un nuovo percorso da completare. Con la consapevolezza di essere diventata un punto di riferimento, per molti.

“Per me è uno stimolo per fare sempre meglio”, ha raccontato Testa a Olympics.com. “Ci penso spesso anche quando mi alleno, quando sto soffrendo, che ci sono persone che stanno aspettando un mio risultato, una mia vittoria che poi in qualche modo non è solo mia”.

Gli inizi di Irma Testa nella boxe: da Torre Annunziata ai Giochi Olimpici

I guantoni, il caschetto e quei gradini che poi ti fanno salire sul ring. Un rituale che per Irma Testa dura ormai da più di un decennio, in cui è passata dall’essere la giovane speranza del pugilato italiano al diventarne l’immagine.

“Il mio amore per il pugilato nasce nel 2010 a Torre Annunziata e quando ho iniziato era veramente strano trovare una donna in palestra. In Campania un po’ di più, perché è sempre stata terra di pugili e il pugilato è ben consolidato”.

Giusto due anni dopo, a Londra 2012, sarebbe arrivata l’ultima medaglia per la boxe azzurra, l’argento nei pesi massimi di Clemente Russo. Per rivedere la bandiera italiana sul podio, si è dovuto attendere il primo successo Olimpico in campo femminile.

E ora, numeri alla mano, sono proprio le donne a guidare questo movimento in Italia.

“Negli ultimi quattro anni lo è stato: se ci si basa sui risultati delle Olimpiadi precedenti, questa volta il risultato lo abbiamo fatto noi donne. Anche le palestre hanno capito che grazie a noi il pugilato ha la sua importanza. Abbiamo sempre portato medaglie, abbiamo avuto grandi Campioni. Continuare così era importante”.

Per questo, mettersi al collo il bronzo della classe -57kg ha avuto un significato speciale. Perché c’era da tenere viva la tradizione e da lanciare un messaggio per tante ragazze.

“Ricordo le madri, quando dicevo di fare pugilato, mi chiedevano ma come, è uno sport per maschietti, ti rompono il naso, tutti questi stereotipi... poi man mano ho visto crescere sempre di più il movimento, fino ad oggi che i numeri sono pazzeschi”.

“Secondo me oggi è molto più facile che una madre possa mandare una bambina in palestra a fare pugilato”.

Irma Testa ai Giochi Europei 2023 sul ring con la britannica Elise Glynn (foto Grzegorz Lyko).

Foto di EG2023 Krakow-Malopolska

Il bronzo a Tokyo 2020: cosa è cambiato nella vita di Irma Testa · Pugilato

Da Tokyo in poi, la vita di Irma Testa non è cambiata. Ma la consapevolezza di essere diventata una fonte di ispirazione, quello sì.

“Prima di Tokyo, a nessuno importava di cosa facessi, o almeno in piccola parte. Dopo Tokyo, invece, importa a tutti. È un buon modo per poter misurare quello che hai da dire e sai che se hai da dire qualcosa, la puoi dire a più persone”.

Lo si vede anche sui social, dove non ci sono solo video di allenamenti e immagini della palestra. C’è il lato spensierato della pugile azzurra, quello in cui mette in mostra le sue doti canore e quello dove porta a mare il suo beagle (che si chiama, guarda caso, Tokyo).

“Ho un bellissimo rapporto con chi mi segue. Sono poco social in realtà, ma quando ci sto è per divertirmi”.

“Mi piace leggere i messaggi che arrivano – prosegue – ne ricevo tantissimi da parte di adolescenti che stanno attraversando un momento difficile, anche di persone più grandi, e lì ho paura a rispondere perché sento la responsabilità”.

È proprio questo lo specchio di quale sia stato l’effetto del bronzo Olimpico. Perché lo sport non si ferma solo al risultato, anche quando è un risultato storico.

“Sono grata da quando mi sveglio fino a quando vado a dormire, per tutto quello che lo sport mi ha dato. Tutti dicono che è una vita piena di sacrifici, ma non è vero: quello che tu dai allo sport non sarà mai uguale a quello che lo sport ti dà. Lo sport dà soltanto, bisogna esserne solo grati e io lo sono”.

Il momento più bello di Irma Testa sul ring: "Quando ho visto Marzia Davide fare il tifo per me..."

Se è già tanto riuscire ad essere un punto di riferimento per chi sta fuori dal ring, figurarsi quando sono le tue stesse compagne a indicarti come modello.

Ma nella boxe italiana non è difficile che possa succedere, perché si vive tutti insieme e si condividono tutti i momenti della giornata in compagnia.

“La squadra è sempre un posto fisico – spiega – non è solo una famiglia. Ed è un posto difficile, ci vivi 365 giorni all’anno, ma si instaurano rapporti che difficilmente possono crearsi fuori. Avere un percorso condiviso, soffrire e gioire allo stesso modo, porta ad avere rapporti speciali che difficilmente si possono trovare al di fuori dello sport. E io mi sento fortunata ad aver trovato queste persone, durante il mio cammino”.

Sirine Chaarabi, che con lei rappresenta una delle cinque donne del pugilato azzurro a Parigi 2024, non si è certo nascosta, ammettendo al Torneo di Qualificazione Olimpica di Busto Arsizio di avere avuto lei come idolo... e di averla trovata ad esultare per le sue vittorie.

Un’emozione che Irma Testa ha provato sulla sua pelle, in passato.

“Ho iniziato da enfant prodige, ancora ero youth quando puntavano su di me per Rio 2016, stavamo costruendo tutto senza essere ancora élite. E io partecipavo ai raduni della squadra élite, con all’epoca dei mostri sacri del pugilato femminile: Marzia Davide, Valeria Calabrese, io vedevo i loro video prima ancora di cominciare a combattere e me le sono ritrovate in squadra”.

“Quando poi siamo andate alle prime qualificazioni Olimpiche, ho visto Marzia Davide tifare per me sugli spalti. Quello è stato per me un momento bellissimo”.

Irma Testa da Rio a Parigi 2024: le foto con Phelps e le esperienze nel Villaggio Olimpico

Adesso saranno in tante a fare il tifo per lei, dato che la squadra femminile può contare anche su Giordana Sorrentino, Alessia Mesiano e Angela Carini, oltre che sula già citata Chaarabi. Per tre di loro, il cammino Olimpico si è già interrotto, ma questo non cambia di una virgola la coesione di questo team.

Stavolta, però, è proprio Irma Testa ad essere la capofila del gruppo, forte delle sue due precedenti partecipazioni ai Giochi Olimpici.

“Parigi è una conferma, è la mia terza partecipazione Olimpica. Una può essere fortuna, due può essere il tuo momento, tre vuol dire che questo è il tuo mondo”.

Ma soprattutto, per la pugile campana, Parigi 2024 “sarà un’esperienza ancora più bella rispetto alle altre”. Tutta questione di consapevolezza, acquisita negli anni: “C’è solo il bello dello sport mondiale e tu ne fai parte, vivi e respiri quell’aria che è contagiosa”.

La stessa aria respirata per la prima volta a Rio 2016: “Ero una ragazzina di 18 anni e mi trovavo a passeggiare nel Villaggio Olimpico con Michael Phelps o Serena Williams... ero molto timida, mentre gli altri ragazzi sapevano come approcciarsi a loro e come farli parlare. Quindi li seguivo, eravamo in otto ed ero sempre dietro, ero così incantata, non ci potevo credere. Ero veramente timidissima e non mi sentivo a mio agio, ma ho fatto una foto con Phelps”.

Adesso sarà lei a raccogliere il testimone di chi l’ha guidata allora. E chissà, magari sarà lei ad essere fermata per le strade del villaggio parigino per le foto e per scambiarsi consigli.

Perché una medaglia Olimpica non cambia la vita. Ma nel caso di Irma Testa, ha cambiato la storia. Sua e di tutto il pugilato femminile italiano.

“A Parigi – conclude – sarà come Rio. Ma con più consapevolezza”.