Irene Paredes, capitana della Spagna femminile, su maternità e pari opportunità nel calcio: “Stiamo facendo grandi passi avanti”
La capitana della Spagna Irene Paredes ha raggiunto l’apice del successo nel calcio sei mesi fa quando ha alzato al cielo la Coppa del mondo di calcio femminile, nel 2023.
Eppure, per la trentaduenne non esiste evento sportivo paragonabile ai Giochi Olimpici.
All’inizio di quest’anno, la Spagna ha ottenuto la quota per Parigi 2024 grazie al trionfo nella UEFA Nations League, assicurandosi quello che sarà il suo debutto Olimpico.
“Sono una grande fan dei Giochi Olimpici fin da quando ero bambina”, ha detto Paredes al podcast di Olympics.com
“Avere la possibilità di viverli con atlri atleti e atlete è fantastico. Non esiste un evento sportivo come questo. La nostra ambizione è dare tutto. Una volta lì, vogliamo vincere”.
“Sappiamo quanto sia difficle, ma è un’altra opportunità per fare qualcosa di grande e ce la faremo”.
La nazionale spagnola scende in campo con tutte le carte in regola per vincere il torneo Olimpico, forte dei risultati degli ultimi mesi e con Paredes convinta che tutto il duro lavoro dietro le quinte stia finalmente dando i suoi frutti. Il tipo di percorso che sta facendo diventare questa squadra un modello per la prossima generazione di giocatrici:
“Essere il punto di referimento per questa generazione è molto importante per noi”, ha affermato.
“Noi non avevamo riferimenti perché non potevamo nemmeno giocare seriamente. Il fatto che oggi la gente consideri normale che le donne giochino a calcio è una cosa fondamentale”.
Irene Paredes: mio figlio ci ha aiutato a diventare Campionesse del mondo
In campo, Paredes assume il ruolo di capitana e dà l’esempio alle sue compagne di squadra.
Fuori, nonostante abbia lasciato la fascia nello spogliatoio, continua a essere un punto di riferimento, ma questa volta per suo figlio Mateo.
Paredes vuole che lui, insieme a sua moglie Lucía Ybarra, giocatrice di hockey spagnola, tifi la sua squadra dagli spalti di Parigi.
Quando il padre di Paredes morì poco prima della Coppa del mondo, la moglie e il figlio divennenero un supporto fondamentale per il difensore in Australia e Nuova Zelanda.
“Erano con noi durante i Mondiali”, ha rivelato. “Ero in un momento molto complicato quindi per me era molto importante averli lì con me”.
“Mateo era super felice ed erano nel nostro stesso hotel, quindi tutta la squadra era con loro”.
“Era così vivace e allegro. Ci ha regalato anche tanti bei momenti di distrazione [dal calcio]. Penso davvero che ci abbia aiutato a vincere.”
Se Mateo e Lucia saranno lì a sostenerla anche ai Giochi Olimpici dipende da molti fattori, ma c’è tutta la determinazione per far sì che questo accada:
“Ai Mondiali sono stati fondamentali per la mia prestazione, il più grande sostegno che potessi avere”.
Ma fino ad allora, Paredes intende continuare a godersi la loro vita tranquilla insieme, viaggiando e immergendosi nella natura non appena ha del tempo libero.
Pari opportunità nello sport
Nonostante la vittoria della Coppa del mondo, c’è stato un tempo in cui giocare a calcio non era un’opzione per la giovane Paredes.
Di conseguenza, ha iniziato a dedicarsi all’atletica, all’eptathlon in particolare, prima di combinare entrambi gli sport a 14 anni
“Ho praticato l’eptathlon quando ero giovane, mi è piaciuto molto”, ha detto Paredes. “Nella mia città non potevo giocare a calcio, c’era solo la squadra femminile senior.
“Mi sono allenata in entrambe le cose, ma c’è stato un momento in cui è diventato impossibile e ho dovuto prendere una decisione”.
“Ho scelto il calcio e credo sia stata la decisione giusta.”
Le opportunità per le ragazze sono cambiate drasticamente da quando Paredes era una ragazzina, grazie soprattutto al lavoro che lei e molte altre atlete hanno svolto per aiutare la crescita del calcio femminile.
“C’è ancora molto da fare, ma stiamo facendo grandi passi avanti”, ha aggiunto.
“È molto importante essere presenti nei media, trasmettere le nostre partite, competere nei grandi stadi.”
“Facciamo tutto quello che possiamo, ma dobbiamo concentrarci sempre sul giocare a calcio, perchè è quello che sappiamo fare”.
Quest’estate ci sarà un altro passo avanti nell’uguaglianza, con Parigi 2024 che sarà la prima edizione dei Giochi che celebrerà la prima volta della parità di genere tra concorrenti donne e uomini.
“Ora è normale che le donne pratichino lo sport in modo professionale, così ogni ragazza sa che può farcela. Dobbiamo dare spazio e aiuto alle atlete.
“Abbiamo bisoogno di leggi che proteggano la parità e che non ci sia più nessuna differenza tra ragazzi e ragazze in nessun club: senza che le ragazze debbano giocare con i palloni peggiori, i programmi peggiori o i peggiori allenatori.
“Se esiste l’uguaglianza lì, sono sicura che in futuro ci saranno ancora più atlete”.