Giorgia Piccolin: “Parigi 2024 vale più di una medaglia” · Tennistavolo

Di Flavia Festa
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Saudi Smash 2024 Giorgia Piccolin in azione di rovescio
Foto di World Table Tennis

È stato un anno da incorniciare per Giorgia Piccolin, la pongista italiana al debutto ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 nella giornata di lunedì 29 luglio alle ore 13:00.

Il coronamento di un sogno inseguito da diversi anni e che, grazie alla sua migliore stagione della carriera, sta per diventare finalmente realtà. Un obiettivo che vale quasi quanto una vittoria.

Non è per niente scontato per l’altoatesina trovarsi a rappresentare il tricolore all’Arena Parigi Sud, dove dovrà affrontare le migliori atlete del mondo nella competizione più importante della loro carriera.

È la mia prima Olimpiade, quindi il fatto di partecipare mi emoziona tanto - Giorgia Piccolin

Per Piccolin, Parigi 2024 sono i primi Giochi Olimpici tra i “grandi”. L’azzurra aveva già partecipato ai Giochi Olimpici Giovanili di Nanjing nel 2014. Un percorso durato ben 10 anni tra l’edizione giovanile e quella “senior”. Dieci anni ricchi di alti e bassi ma che, in fondo, l’hanno portata a vivere la sua migliore stagione finora.

A maggio di quest’anno, Piccolin ha partecipato al Grand Smash di tennistavolo. Da unica europea in gara è partita dal tabellone delle qualificazioni e ha vinto tre partite, arrivando in quello principale. Ha poi superato i primi due turni, guadagnando così punti importantissimi in ottica qualificazione a Parigi 2024.

In un’intervista esclusiva a Olympics.com, ha raccontato la sua passione per lo sport, le sue emozioni in vista dell’esperienza a cinque cerchi e ha spiegato in che modo potrebbe diventare una fonte di ispirazione.

Dai tavoli di “ping-pong” in campeggio ai Giochi Olimpici

La carriera sportiva di Giorgia Piccolin è iniziata un po’ per caso, da una vacanza a Cervia quando aveva 9 anni. Da lì, sarebbe nato un sogno che ancora non sapeva di avere.

“Con la mia famiglia andiamo d’estate in un campeggio vicino a Milano Marittima, a Cervia. Frequentiamo spesso uno stabilimento balneare dove ci sono tavoli da ping-pong e campi di beach volley. Io giocavo spesso a ping-pong con il mio papà”, ha detto Piccolin.

“Quando siamo tornati a casa, i miei genitori mi hanno chiesto cosa volessi fare e io [ho scelto] tennistavolo”.

Da quel momento, Piccolin ha iniziato a praticare il tennistavolo a Bolzano, iniziando a girare diverse società in Italia e all’estero, trovandosi anche a vivere a Parigi per due anni.

L’azzurra ha abitato nella Ville Lumière prima e durante il periodo della pandemia e aveva già il sentore di quella che sarebbe stata l’atmosfera Olimpica nella capitale francese che si apprestava a prepararsi per questo evento globale.

Ma poter tornare a Parigi come una degli oltre 400 atleti e atlete italiani qualificati ai Giochi è tutta un'altra storia.

“È la mia prima Olimpiade, quindi il fatto di partecipare mi emoziona tanto. Sono consapevole di aver raggiunto un buon livello”, ha detto.

“Penso di aver dimostrato a me stessa di aver fatto dei bei risultati. Vorrei andare alle Olimpiadi consapevole di poter fare anche lì un bel risultato. La medaglia purtroppo è molto difficile perché le asiatiche sono troppo forti. Posso però fare il mio e quindi, nel mio piccolo, un buon risultato".

L'Olimpiade vale più di ogni altra vittoria, perché comunque il sogno c’è e ho lavorato per questo. - Giorgia Piccolin

Dopo i Giochi Giovanili di Nanjing 2014, l'azzurra non è riuscita a qualificarsi per i Giochi di Rio 2016 e neanche per quelli di Tokyo 2020, mancando la quota, per questi ultimi, per un soffio.

“Subito dopo Tokyo, [le Olimpiadi sono diventate] un’ossessione, perché non mi ero qualificata per poco. Anche il mio ragazzo (Niagol Stoyanov, anche lui pongista, ndr), considerando che non si è qualificato, ovviamente lo vive come un fallimento e lo capisco. Però, ora che ho raggiunto l'obiettivo, vi dico che una medaglia europea non sarebbe poi così male... Quindi, il messaggio è che puoi essere comunque un atleta forte e non andare alle Olimpiadi, perché puoi fare lo stesso dei bellissimi risultati.”.

“Secondo me, andare lì [ai Giochi Olimpici] è una questione anche mentale, di come riesci a gestire tutta la pressione nel dire 'devo vincere perché voglio andare alle Olimpiadi'. Quindi, non è che perché sei scarso non ci vai: secondo me, a livello mentale, bisogna gestirla [la preparazione] in un modo diverso.”.

L’emozione della Cerimonia d’Apertura per Giorgia Piccolin

È risaputo che l’esperienza dei Giochi Olimpici non riguardi solo la parte atletica e competitiva. Esiste un contorno tra Villaggio Olimpico e Cerimonia d’Apertura che emoziona e crea delle aspettative per i protagonisti e le protagoniste di questo evento internazionale.

“Se ci penso, il mio primo pensiero va alla Cerimonia d’Apertura”, ha detto Piccolin.

“Vedrò prima il Villaggio, però secondo me l’apertura sarà qualcosa di speciale. Anche per il fatto che sarà la prima volta in cui si svolgerà lungo il fiume (la Senna, ndr), sarà più particolare”.

Piccolin ha già vissuto una Cerimonia d’Apertura Olimpica: quella dei Giochi Giovanili del 2014, ma quella di Parigi 2024 sarà speciale.

“[A Nanjing 2014] non abbiamo sfilato nello stadio. Eravamo solo sulle tribune e quindi l'ho vissuta un po’ più da spettatrice, bellissimo. Però alle Olimpiadi c’è la sfilata e poi vedrò atleti di altissimo livello. Quelli che guardo solo in TV o nelle serie televisive!”.

Quali sono le star che Piccolin vorrà incontrare a Parigi 2024? Non potendo realizzare il desiderio di vedere il corregionale Jannik Sinner, costretto a rinunciare ai Giochi Olimpici per una tonsillite, la scelta cade su una stella assoluta dello sport mondiale.

“Alcuni li ho già visti. Conosco Simone (Giannelli). Tra gli stranieri mi piacerebbe Simone Biles. Ora è uscita anche la sua serie TV che sto guardando e mi ha ispirato tanto per quello cha passato lei dopo Tokyo. Da donna, è stato bello”.

L’azzurra è stata compagna di scuola del fuoriclasse della pallavolo italiana e internazionale e si troveranno a Parigi a gareggiare nella stessa struttura. E chissà, magari riusciranno ad andare a vedere le partite l’una dell’altro.

“Non lo vedo come il Simone Giannelli che tutti vedono, per me è il mio ex compagno di scuola. È un ragazzo molto umile, non si è mai vantato dei suoi risultati. Non è mai stato uno che voleva mostrare di essere forte o il migliore.”.

“Ci siamo incontrati a Rio de Janeiro. Io ero lì per un torneo internazionale e lui per la VNL. Era tesissimo perché [diceva] ‘non siamo ancora qualificati’. Molto scaramantico. Sicuramente lui è più teso di me. So che a Tokyo avevano perso ai quarti [di finale], quindi sicuramente vorranno la rivincita. Io la vivrò come un’esperienza diversa.”.

Giorgia Piccolin a Parigi 2024 per essere una fonte di ispirazione

Per la prima volta, la nazionale azzurra ha portato due atlete di tennistavolo ai Giochi Olimpici. E chissà che proprio Piccolin non possa diventare una fonte di ispirazione per i più giovani, in modo che possano appassionarsi a questo sport e ambire a un traguardo così prestigioso.

“[Il tennistavolo] è sempre visto un po’ in modo amatoriale e mai come sport. In Italia, un po’ di più rispetto all'estero, non è così conosciuto, [anche dal punto di vista che] c'è tanta tecnica, è molto rapido e richiede forza. Serve anche la preparazione atletica”, ha detto l’azzura.

"Gli scambi durano poco, in media 5-8 secondi. Poi dipende. Può esserci subito il punto con il servizio o uno scambio un po’ più lungo. La velocità è molto alta ed è tutto molto intenso. [C’è bisogno di pensare] anche a una tattica non solo a correre. […] Dicono che è come giocare a scacchi correndo i 100 metri, perché bisogna essere veloci, ma nel frattempo pensare a una tattica per mettere in difficoltà l'avversario. Quindi, è tutto davvero intenso.”

Vorrei esserlo [un esempio] e far conoscere di più questa disciplina a questo livello, o anche far sognare i ragazzini e far loro dire 'anch'io voglio andare alle Olimpiadi' e non solo giocare perché mi diverte. Pensare quindi in grande e sognare. Questo, sicuramente, vorrei trasmetterlo. - Giorgia Piccolin