Giochi Paralimpici di Parigi 2024, chi tenere d'occhio: dal proiettile d'argento e la Dancing Queen norvegese all'imbattibile squadra di calcio per non vedenti del Brasile
I Giochi di Parigi 2024 si sono conclusi per campioni Olimpici del calibro di Leon Marchand, Zheng Qinwen, Antoine Dupont, Lee Kiefer, Cassandre Beaugrand e Simone Biles.
Ora è il turno di Simone Barlaam, Diede de Groot, Ryley Batt, Bebe Vio, Alexis Hanquinquant e Oksana Masters.
Ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024 si prospettano 11 giorni spettacolari di azione sportiva, con 4.500 atleti che gareggeranno in 22 sport. Abbiamo ristretto l'elenco ad alcune stelle davvero imperdibili, elencate in ordine sparso, per aiutarti a cogliere i momenti più scintillanti e potenzialmente da record dei prossimi Giochi.
Alexis Hanquinquant, para triathlon – L'eroe dei giochi di casa
Il paratriatleta francese Alexis Hanquinquant è stato uno dei tre Paralimpici inclusi tra gli ultimi tedofori Olimpici alla Cerimonia di apertura del 26 luglio. Alla fine del loro percorso, la fiamma è passata al judoka francese Teddy Riner e all'ex velocista Marie-Jose Perec, che hanno acceso insieme il braciere.
Riner ha poi vinto due medaglie d'oro a Parigi 2024 davanti all'esuberante pubblico di casa. I riflettori saranno ora puntati sul Campione in carica nel PTS4 maschile Hanquinquant, per dare ai tifosi locali un motivo in più per esultare nel cuore della capitale.
Diede de Groot, tennis in carrozzina – L'erede della tradizione olandese
Lottare per i punti sui campi in terra battuta del Roland Garros sarà una sensazione familiare per Diede de Groot. La stella olandese ha vinto cinque titoli degli Open di Francia nella sede di Parigi 2024, oltre agli altri 18 titoli conquistati negli altri tornei del Grande Slam.
Campionessa di Tokyo 2020, de Groot è rimasta imbattuta in 145 partite nel percorso verso i Giochi di Parigi 2024. La striscia si è interrotta a maggio, ma è tornata a vincere a Wimbledon e ora punterà a portare avanti l'eredità delle olandesi che l'hanno preceduta. Le sue connazionali hanno vinto tutti i tornei femminili di tennis in carrozzina da quando questo sport è stato inserito nel programma Paralimpico nel 1988.
Sumit Antil, para atletica – Il re del giavellotto indiano
Sumit Antil non ha bisogno di presentazioni in India. Tra gli atleti Paralimpici più famosi del suo Paese, il 26enne si presenta a Parigi 2024 come campione Paralimpico in carica e due volte Campione mondiale in carica nel giavellotto maschile F64.
Oltre a cercare un'altra medaglia d'oro Paralimpica, Antil punterà a battere il suo record mondiale di 73,29 metri nella capitale francese.
Oksana Masters, para ciclismo – Una forza della natura in acqua, sulla neve e sull'asfalto
È difficile trovare un'atleta così versatile e di successo come la statunitense Oksana Masters. La sei volte Paralimpica vanta 17 medaglie in quattro sport: para canottaggio, para sci di fondo, para biathlon e para ciclismo. Sette di queste medaglie sono d'oro, comprese le due consecutive conquistate nel paraciclismo a Tokyo 2020.
Da sopravvissuta alle radiazioni del disastro nucleare di Chernobyl a Paralimpionica invernale di maggior successo degli Stati Uniti, autrice di libri e sostenitrice delle persone con disabilità, Masters ha fatto molta strada nei suoi 35 anni di vita e non ha ancora finito.
Simone Barlaam, para nuoto – Adieu Leon, Ciao Simone
Leon Marchand ha fatto esultare gli spettatori dell'Arena La Defense di Parigi come se fossero a una partita di calcio al suo debutto Olimpico. Simone Barlaam si assicurerà che quel tifo riempia ancora una volta l'impianto da 15.000 posti quando si tufferà in piscina nel primo giorno di gare Paralimpiche.
Il velocista italiano si è presentato al mondo dello sport vincendo quattro medaglie ai suoi primi Giochi Paralimpici, nel 2021, tra cui l'oro nei 50m stile libero S9. Come si è visto, questo è stato solo l'inizio. I risultati successivi di Barlaam lo hanno proiettati tra le superstar del nuoto: sei medaglie d'oro e il decimo record mondiale della carriera ai Campionati del Mondo del 2022 e altri sei titoli mondiali l'anno successivo.
Brasile, calcio per non vedenti – I Campioni imbattibili del gioco più bello del mondo
Sono poche le squadre che vantano un record di vittorie in grado di competere con quello della squadra brasiliana di calcio per non vedenti ai Giochi Paralimpici.
Il Brasile ha vinto la medaglia d'oro in ogni torneo da quando questo sport ha fatto il suo debutto Paralimpico ad Atene 2004. In questo modo, ha respinto gli assalti dell'altra principale pretendente alle medaglie, l'Argentina, che ha condiviso ogni podio con i vicini sudamericani, tranne che a Londra 2012. Il gol in solitaria di Raimundo "Nonato" Mendes, che ha fatto vincere al Brasile il suo quinto titolo Paralimpico, è stato il modo perfetto per mettere a tacere i rivali di sempre a Tokyo 2020... almeno fino a Parigi 2024.
Sugiura Keiko, para ciclismo – La Campionessa giapponese senza età
Se "costanza" è il motto del giorno per la squadra di calcio brasiliana, "longevità" è la parola d'ordine per Sugiura Keiko.
La ciclista su strada e su pista è diventata l'atleta giapponese più anziana a vincere una medaglia d'oro a Tokyo 2020, quando ha sbaragliato il campo nella prova a cronometro femminile e nella prova su strada C1-3. I Giochi di casa sono stati il debutto Paralimpico di Sugiura. Cinquantenne all'epoca, ora cercherà di tornare sul podio a Parigi all'età di 53 anni.
Ezra Frech, para atletica – Il ragazzo prodigio si misura con i grandi
All'estremo opposto di Sugiura c'è lo statunitense Ezra Frech, che ha ricevuto la sua prima protesi di gamba a 11 mesi e ha iniziato a gareggiare negli sport Paralimpici a otto anni. Dopo aver vissuto un'esperienza "fuori dal corpo" guardando i Giochi Paralimpici di Rio 2016, Frech ha promesso di gareggiare a Tokyo 2020.
Lo ha fatto, finendo appena fuori dal podio nel salto in alto e nel salto in lungo maschile T63.
Da allora il suo percorso è stato in ascesa. Frech ha battuto il record mondiale vincendo l'oro nel salto in alto ai Campionati Mondiali del 2023 e ha conquistato l'argento nell'edizione del 2024. Oggi, a 19 anni, è in forma smagliante per sfidare il titolo Paralimpico - e reclamare il suo record mondiale - a Parigi 2024.
Amalia Perez, para powerlifting – Forza sulla panca ed emancipazione per le donne
Tre decenni, sei medaglie Paralimpiche, quattro ori. La para pesista Amalia Perez conosce bene il valore dei numeri e quelli della sua biografia sportiva non sono certo da meno.
L'atleta messicana non ha mai mancato un podio ai Giochi Paralimpici da quando, a Sydney 2000, sono state introdotte le gare di sollevamento pesi femminile. Dopo una striscia perfetta di quattro ori nelle sue ultime quattro partecipazioni ai Giochi, Perez si appresta a gareggiare alla sua settima edizione dei Giochi Paralimpici quasi un quarto di secolo dopo aver vinto la sua prima medaglia Paralimpica.
Oltre che un'atleta di successo, Perez è anche una sostenitrice dello sport femminile e ha contribuito alla crescita del Paralimpismo femminile in tutto il mondo.
Avani Lekhara, para tiro sportivo – Centro perfetto nei libri di storia dell'India
La diciannovenne Avani Lekhara ha celebrato due traguardi storici con la vittoria nell'evento R2 femminile di carabina ad aria compressa 10m in piedi SH1 a Tokyo 2020. Ha vinto la prima medaglia d'oro indiana di questi Giochi ed è diventata anche la prima donna indiana nella storia a vincere l'oro Paralimpico. Una seconda medaglia, il bronzo nella carabina 50m femminile R8 3 posizioni SH1, ha reso Tokyo 2020 un debutto Paralimpico ancora più indimenticabile.
Per Lekhara, tuttavia, le medaglie non sono i risultati più importanti del suo percorso. Ha iniziato a praticare questo sport come hobby estivo tre anni dopo un incidente stradale che l'ha resa paraplegica e attribuisce al tiro a segno il merito di averla trasformata da ragazza introversa e timida alla giovane donna sicura di sé che è oggi.
David Smith, boccia – Accendere la scintilla
La boccia è diventata un successo virale ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, e il merito è anche del britannico David Smith.
Il quattro volte Paralimpico è noto per i suoi entusiastici festeggiamenti sul campo di gioco e per la sua coloratissima cresta sempre diversa. È stata tinta di rosso e blu per Tokyo 2020, di blu per Rio 2016 e di rosso per Londra 2012 e Beijing 2008.
Mentre i capelli di Smith hanno cambiato più volte colore, ciò che non è cambiato è il suo tocco d'oro nello sport. Smith ha vinto una medaglia Paralimpica in tutte le sue partecipazioni ai Giochi, tra cui tre ori. Le due domande ancora senza risposta per Parigi 2024 sono: di che colore saranno questa volta la sua medaglia e i suoi capelli?
Bebe Vio, scherma in carrozzina - la Fenice sorge sopra Parigi
Beatrice "Bebe" Vio è una delle atlete Paralimpiche più conosciute, con una fama che va oltre i confini italiani. Chi si fosse perso la sua medaglia d'oro a Rio 2016 e il clamore mediatico che ne è seguito, avrà certamente scoperto la storia della ventisettenne dopo aver visto il dietro le quinte della sua vita nel documentario Rising Phoenix di Netflix.
Il film ha raccontato il percorso suo e di altri atleti Paralimpici in vista di Tokyo 2020, dove Vio ha vinto la sua seconda medaglia d'oro nel fioretto femminile individuale, categoria B. Il suo obiettivo sarà quello di realizzare una tripletta di ori a Parigi 2024.
Birgit Skarstein, para canottaggio – Danzando con i remi
Sono poche le cose che Birgit Skarstein ha provato e in cui non è riuscita. L'atleta norvegese ha vinto titoli Paralimpici e mondiali nel singolo femminile PR1, nonché coppe del mondo di sci di fondo Paralimpico. È anche arrivata alle fasi finali di un reality televisivo di danza, Skal Vi Danse, nonostante non avesse alcuna esperienza nel ramo.
Senza mai esitare, la Skarstein si è cimentata nelle mosse di danza più ardite, tra cui quella di essere sospesa al soffitto con delle corde.
Se dovesse essere necessario festeggiare con una danza sul podio di Parigi 2024, Skarstein - che nel 2023 è rimasta imbattuta nel canottaggio Paralimpico - sarà pronta.
Sherif Osman, para powerlifting – Un uomo in missione
L'egiziano Sherif Osman conosce il valore di porsi obiettivi ambiziosi. Dopo aver dichiarato di voler vincere sei medaglie d'oro Paralimpiche, non ha lasciato che nessuna battuta d'arresto, compreso un argento a Tokyo 2020, interrompesse la sua concentrazione.
Attualmente conta tre medaglie d'oro in quattro Giochi Paralimpici, in due classi di peso. Figura molto rispettata nel mondo del powerlifting Paralimpico e mentore di atleti emergenti, ci si aspetta un forte applauso da parte dei colleghi Paralimpici se Osman riuscirà ad avvicinarsi di una medaglia d'oro all'obiettivo della sua carriera.
Omara Durand, para atletica – La regina cubana dello sprint insegue i suoi stessi record
Per scoprire quando Omara Durand ha perso l'ultima gara Paralimpica è necessario andare molto indietro. La velocista cubana è stata imprendibile in tutti i Giochi Paralimpici e Campionati del mondo dal suo debutto Paralimpico, segnato da un infortunio, a Beijing 2008.
Il suo attuale medagliere conta otto medaglie d'oro, tra cui le triplette nei 100, 200 e 400 m a Rio 2016 e Tokyo 2020. A Parigi 2024, Durand cercherà di ottenere un'altra vittoria nelle sue distanze preferite e di migliorare i record mondiali che attualmente detiene in questi eventi.
Australia, rugby in carrozzina misto – Riprendere una striscia vincente
Uno sport soprannominato "murderball" è destinato a regalare momenti dolorosi. Ma come ha scoperto l'esperta squadra australiana di rugby in carrozzina a Tokyo 2020, la durezza fisica delle partite non è la cosa peggiore da affrontare.
Contusi e malconci dopo la sconfitta per 60-52 contro il Giappone nella sfida per la medaglia di bronzo, i giocatori australiani si sono ritrovati fuori dal podio Paralimpico per la prima volta da Atene 2004. Poco più di un anno dopo, tuttavia, la squadra si è riunita ai Mondiali del 2022 e ha vinto il torneo in grande stile, alimentando nuove speranze per una rinascita in Francia con il cinque volte Paralimpico e icona dello sport Ryley Batt al timone.
Marcel Hug, para atletica - Il proiettile d'argento sulla via dell'oro
L'ultima giornata dei Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 ha visto Marcel Hug conquistare il suo secondo oro consecutivo nella maratona maschile T54, con le gocce di pioggia a bagnare il suo caratteristico casco argentato, mentre gli avversari non erano nemmeno in vista. È stata l'ultima medaglia di una serie perfetta di quattro su quattro per il corridore svizzero in carrozzina in Giappone. Da allora non si è più fermato.
Poco meno di tre mesi dopo, sempre in Giappone, Hug ha battuto un record mondiale che resisteva da 22 anni nella maratona maschile, che va ad aggiungersi ai suoi record mondiali nella mezza maratona, nei 10.000 m e nei 1.500 m e ai suoi record di percorso in diverse maratone importanti.
C'è qualcos'altro che l'uomo noto in tutto il mondo come "Il proiettile d'argento" vuole ancora realizzare? Sì, dice, consolidare la sua eredità a Parigi 2024... e imparare a suonare la chitarra elettrica.